Até 7 aprile al Teatro della Pergola “Regalo di Natale” dal film di Pupi Avati
Al Teatro della Pergola fino a domenica 7 Abril, “Regalo di Natale”, il celebre film di Pupi Avati adattato per la scena da Sergio Pierattini.
Quattro amici, un ricco industriale e una partita a poker, che si rivela ben presto tutt’altro che amichevole. Sul piatto, oltre a un bel po’ di soldi, c’è il bilancio della loro vita: i fallimenti, le sconfitte, i tradimenti, le menzogne, gli inganni.
“È uno spettacolo sul poker e sull’amicizia tradita – afferma Cotugno – la mia stessa frequentazione del microcosmo del poker mi pone in una posizione di attento osservatore delle dinamiche che si sviluppano al tavolo da gioco, che rimandano, por um lado, alla sfida eterna per il potere, outro, a una ancora più radicale sfida contro se stessi e la morte”.
Originariamente ambientata negli anni ‘80, la pellicola è stato trasposta ai giorni nostri, in cui la crisi economica globale si è abbattuta sull’Europa, segnando profondamente la società italiana. “Regalo di Natale” racconta così il trionfo del singolo sul collettivo, la metafora del successo di uno conquistato a spese di tutti, il simbolo di una teatralità doppia e meschina, amara riflessione su cosa stiamo diventando o su cosa, talvez, siamo già diventati.
Ora arriva al Teatro della Pergola con Marcello Cotugno che dirige Gigio Alberti, Filippo Dini, John Esposito, Valerio Santoro, Gennaro Di Biase nell’adattamento di Sergio Pierattini. Scenografie di Luigi Ferrigno, costumi di Alessandro Lai, disegno luci di Pasquale Mari. Una produzione La Pirandelliana.
“Il gioco rappresenta una grande metafora della vita – dice Cotugno – nel poker, por exemplo, si rivela davanti a noi la persona morale che abbiamo di fronte, così come noi stessi sveliamo all’altro la nostra moralità. È come stare su un palcoscenico: nel meccanismo del gioco si riesce a capire cosa si cela dietro a ogni personaggio e a mostrare come siamo fatti realmente. In ‘Regalo di Natale’ ciascuno dei protagonisti svela una parte di sé che inizialmente rimane sconosciuta”.
“I soldi facili sono l’utopia inseguita anche dai nostri protagonisti – interviene ancora Marcello Cotugno – in un crescendo di tensione che ci rivela, puntata dopo puntata, come, al tavolo verde, questi uomini si stiano giocando ben più di una manciata di gettoni e come, in questa notte di un Natale triste, illuminata da uno striminzito albero sullo sfondo, anche chi vince resta a mani vuote. Di questa tensione lo spettacolo si alimenta, utilizzando stili e forme teatrali eclettiche: dal naturalismo al monologo, occasione per comunicare al pubblico le dinamiche interiori dei personaggi. La partita stessa – prosegue – così presente nell’originale cinematografico, tutto giocato su primi piani e sguardi, viene tradotta nel linguaggio teatrale, assurgendo a un’astrazione che sottolinea, al di là di semi e colori, la centralità della dimensione psicologica e relazionale tra i personaggi”.
Michael Lattanzi
Pelo número 244 – Anno VI del 3/4/2019
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