Firenzessä pääoman: Tricolor lippu esillä Palazzo Vecchio
Da sabato scorso il tricolore di quando Firenze fu capitale del Regno d’Italia è esposto in Palazzo Vecchio.
Vi è stato portato in pompa magna con una “processione” civile affidata al Corteo Storico della Repubblica Fiorentina che dalla sede della Misericordia di piazza Duomo ha preso in consegna lo stendardo tricolore che nel 1865 fu appeso alla facciata dell’Arciconfraternita fiorentina in occasione del trasferimento della capitale da Torino a Firenze.
Assieme ai figuranti i fratelli della Misericordia hanno fatto da cornice ad Eugenio Giani Presidente del Consiglio Comunale e del Comitato per Firenze Capitale, a Susanna Agostini, Presidente della Commissione Pace e Diritti Umani, al Provveditore della Misericordia Andrea Ceccherini, a Maurizio Naldini, Presidente del Comitato per il 770° anniversario della Misericordia, alla Sovrintendente Cristina Acidini, e a Cosimo Ceccuti, Presidente della Fondazione Spadolini Nuova Antologia, che conserverà poi lo stendardo nella propria biblioteca a Pian dei Giullari.
Presenti anche Stefano Rossini, per il governatore del distretto Lions 108-La Toscana e Fiorenzo Smalzi e per il Lions Club Firenze Scandicci che hanno finanziato il restauro dello stendardo
“Un evento che ha visto una grande partecipazione – ha sottolineato Giani – perché il tricolore è il simbolo che racchiude la nostra lunga e faticosa storia. E noi possiamo focalizzare l’oggi e guardare al futuro solo tenendo ben salde le radici nel passato”.
Il Tricolore nacque il 7 Tammikuu 1797 a Reggio Emilia grazie all’abbinamento dei tre colori proposto dal cittadino deputato Giuseppe Compagnoni, di Lugo di Romagna e identificò l’embrione del primo Stato italiano: la Repubblica Cispadana.
Nel gennaio del 1997, celebrando i duecento anni di vita, la Presidenza della Repubblica Italiana ha istituito la Giornata nazionale della bandiera.
Ma il trasferimento di sabato è stata l’anteprima dei festeggiamenti dedicati al Tricolore, che sono continuati lunedì, Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera, con due cerimonie: la mattina a Palazzo Vecchio e al pomeriggio in Prefettura.
Nel Salone dei Cinquecento c’era anche Martina Giangrande, figlia del brigadiere dei carabinieri ferito a colpi di pistola lo scorso 28 aprile davanti a Palazzo Chigi, che ha anche assistito alla cerimonia di premiazione del concorso riservato alle scuole primarie e secondarie di primo grado del Comune sul tema “Il Tricolore il simbolo, la storia”.
“Tante donne e tanti uomini hanno sacrificato la propria vita per il tricolore che compare, con le medaglie al valor militare e civile, sul Gonfalone della nostra città. Penso che dietro a questa bandiera si possa creare una bella, grande e unita comunità, che è anche una comunità di città, non solo nazionale» ha detto il Vice Sindaco Dario Nardella nel suo saluto.
Nardella ha definito Martina “un esempio per i giovani per la grande dedizione per il padre e di considerare Palazzo Vecchio come casa sua. Quando vorrai – ha concluso – bussa alla nostra porta e noi saremo sempre qui ad accoglierti e saremo accanto a te”.
“Il Tricolore è simbolo dell’unità e della libertà dell’Italia, da affidare alle nuove generazioni – ha sottolineato l’Assessore Giachi – feste come questa, anche con il loro armamentario di retorica, sono il momento nel quale molti ragazzi familiarizzano la prima volta con gli eventi fondativi della vita del Paese. Sono innanzitutto occasioni educative, che ci spingono a superare qualunque approssimazione nella lettura della storia e dei simboli; ecco perché i protagonisti di oggi sono i giovani delle nostre scuole. Attraverso di esse ognuno di loro, se accompagnato con intelligenza, può imparare come l’identità italiana sia attraversata da tensioni profonde ma che ci sono dei valori sui quali ci riconosciamo e che proprio su questi valori possiamo fondare con certezza il nostro futuro di popolo e di Paese”.
Iltapäivällä, in Prefettura, è stata svelata un’inedita storia su l’inno di Mameli.
L’ inno di Mameli nella sua prima versione, si intitolava il Canto degli Italiani, che però non piacque a Giuseppe Mazzini perché la riteneva poco marziale.
Il patriota genovese voleva una “marsigliese” all’italiana e chiese un nuovo arrangiamento musicale, che fu affidato a Giuseppe Verdi.
A svelare l’inedito è stato il musicologo Claudio Santori, che lo ha scoperto durante i suoi studi.
“Con questa iniziativa vogliamo rafforzare – ha sottolineato il Prefetto Luigi Varratta – i quattro capisaldi della nostra identità: Unità, Costituzione, Inno e Tricolore. Sono valori da tenere costantemente in considerazione, non solo nelle ricorrenze ma anche nella vita quotidiana. Sono le fondamenta del nostro Paese e della nostra indivisibilità”.
Il professor Giovanni Cipriani ha tratteggiato, anche con aneddoti e curiosità insolite su Palazzo Medici Riccardi – che per 5 anni fu sede del Ministero dell’Interno – il percorso affascinante di uno degli edifici di Firenze più ricchi di storia.
Nicola Nuti
Numero 10 -Vuosi 19/03/2014
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