Firenze e il grande terremoto di 560 anni fa
Tra le tante scosse sismiche di questi ultimi mesi che hanno colpito varie parti dell’Italia è forse bene ricordare il grandissimo terremoto che colpì Firenze il 28 settembre 1453 tra le 5 e le 6 del mattino, 560 anni or sono.
“Una scossa violenta – come riportano le cronache – rapidissima, che svegliò nel cuore della notte i cittadini, i quali balzaron da letto scappando in camicia per le strade. In un attimo solo in tutta la città si generò una confusione, un baccano straordinario. I cammini delle case caddero tutti, molte chiese s’aprirono, ma non caddero, non producendo per fortuna nessun danno di persone poiché a quell’ora, se non c’era fuori qualche ladro, i cittadini erano tutti a letto. Anche Bagno a Ripoli fu uno dei luoghi più colpiti dal disastro”.
La cosiddetta “scossa di assestamento”, del giorno dopo, pur essendo più lieve della prima, creò in città più scompiglio con tanta gente che gridando a gran voce “chiedeva perdono a Dio per i propri falli”.
Scosse che durarono anche nelle notte successive, per ben due mesi.
I fiorentini avevano paura e per tanti giorni non rientrarono nelle proprie abitazioni, organizzando in vari zone momenti di preghiera all’aperto, “cantando laudi alla vergine Maria, perché credevan che tutto fosse affinché si ravvedessero dai loro errori”.
Solo che questa devozione sotto le stelle, quando non pioveva, alla fine “provocò più mali assai di quelli del terremoto, tant’è che dovette intervenire personalmente l’Arcivescovo, anche per troncare molti scandali, poiché c’è stato sempre chi ha profittato d’ogni circostanza per tirar acqua al proprio molino”.
Per il cronista dell’epoca quei giorni per i fiorentini furono “un martirio novissimo, nelle quali la mente è oscurata da mille pensieri, da misteriose paure, da presentimenti indefinibili”.
Franco Mariani
Dal numero 4 – Anno I del 5/02/2014
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