Girolamo Segato, l’uomo che pietrificava i corpi
Se il corpo non può essere sottratto alla morte, almeno può essere salvato dal disfacimento attraverso tecniche particolari quale l’imbalsamazione?
Questo è quanto si chiedeva Girolamo Segato, un uomo straordinario che nel XIX secolo scoprì il modo di sfuggire al banchetto della morte, ispirato da antiche conoscenze.
Firenze fu così testimone di un prodigio scientifico senza eguali. Definito dal popolo mago, alchimista e pietrificatore di cadaveri, escogitò un metodo rivoluzionario, ancor oggi sconosciuto e insuperato.
A questo originale personaggio è dedicato il documentario di Paolo Cochi “Girolamo Segato – L’uomo che pietrificava i corpi”, realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica, presentato presso il Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica, Sezione di Anatomia, Aula Fazzari – Careggi.
Un racconto di 25 minuti sul celebre studioso nato a Belluno, ma che ha vissuto ed è morto a Firenze (1792-1836).
All’incontro, che ha visto la proiezione alla stampa del reportage, hanno preso parte, oltre a Cochi, Donatella Lippi, Professore di Storia della Medicina, Responsabile della Sezione Biomedica del Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze; Sandra Zecchi, Professore di Anatomia, Responsabile della Sezione di Anatomia del Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica; Dr. Alessandro Moriccioni, scrittore.
Nato il 13 giugno 1792 a San Gottardo di Sospirolo, Girolamo Segato nel 1823 si stabilisce a Firenze ove inizia ad interessarsi, in modo approfondito, alle tecniche di imbalsamazione dei cadaveri, ideando un metodo passato erroneamente alla storia col nome di pietrificazione.
Simile, in alcune sue parti, alla mummificazione, il metodo di Segato è assolutamente unico e si completa in una sorta di mineralizzazione dei tessuti, di cui ancora non si conosce la ricetta.
Nonostante la sua ossessione per la segretezza, che lo ammanta di un alone magico e misterioso, Segato è un uomo di scienza, seppure non propriamente uno scienziato. Ma la sua ossessione fonda le sue radici in una costante incertezza economica causata da alcune errate valutazioni.
Girolamo Segato tornò dai suoi viaggi in Egitto con la passione per la mummificazione e con l’ambizione di sfidare il tempo, elaborando una tecnica che consentisse la conservazione dei corpi.
Questo procedimento di apparente “pietrificazione” è ancora avvolto nel mistero. Un procedimento ancor oggi segreto. Se, in Italia, non suscitò grande interesse a livello accademico, anche a causa del suo atteggiamento sospettoso e riservato, fu invitato più volte in America per proseguire i suoi studi. Ma non vi giunse mai, perché morì improvvisamente a soli 44 anni nel 1836.
Le sue realizzazioni sono oggi in gran parte nel Museo della Sezione di Anatomia del Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze.
Mattia Lattanzi
Dal numero 88 – Anno II del 25/11/2015
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