Grilli e ragni fritti: 300mila toscani pronti a cambiare “dieta”
Ebbene sì, nella terra della dieta mediterranea, del buon cibo, delle prelibatezze culinarie, delle ricette che tutto il mondo ci invidia… siamo arrivati alla “conclusione” culinaria più repellente: portare gli insetti a tavola.
Wi, perché di conclusione culinaria realmente si tratta. Anche perché dopo gli insetti non rimarrà che mangiare plastica aromatizzata o escrementi di cane fritti. Si scherza ovviamente, men se pa twò. Con questa Europa che impone la misura idonea delle carote e delle zucchine, e che inserisce salsicce, pancetta e wurstel nella lista dei cibi cancerogeni al pari di un sorso di mercurio o di una sniffata di amianto, ci si può aspettare di tutto.
Ma veniamo alla notizia. Nan pratik, con lo sdoganamento dei “novel food” da parte dell’Unione Europea per alghe e insetti, si ampliano le pagine dei menù italiani. Ed il via libera è arrivato proprio a poche ore di distanza dalla ricerca dell’Oms che ha inserito salsicce, pancetta e wurstel nella lista dei cibi cancerogeni.
Ma la cosa “buffa” è che, secondo un’accurata indagine della Coldiretti, sarebbero già 300 mila i toscani pronti a “tradire” la propria gastronomia regionale per un assaggio di grilli e ragni “grigliati” o fritti. L’8% non avrebbe dubbi e degusterebbe da subito un bel piattone di insetti cucinati, ak nan 7% sgranocchierebbe con gusto una bella portata di ragni fritti. Buon appetito quindi!
Per il momento, ma solo per il momento, i grilli toscani saltellano liberi e felici nei nostri prati, e i ragni toscani possono continuare serenamente a fare ragnatele e trappole per mosche senza temere di finire in padella o in pastella. Anche se a breve, c’è da scommetterci, potremmo trovare grilli, ragni e scarafaggi perfino nei supermercati.
Sì perché i grilli – per ora solo loro, poverini – si trovano già sugli scaffali dei supermercati di Belgio, Olanda, Danimarca e Gran Bretagna. E dal Belgio arrivavano quelli che sono stati assaggiati all’Expo nel corso della prima degustazione autorizzata dal Ministero della Salute.
Ad assemblarli tra tartine con crema di ricotta e bacche colorate, è stato lo chef partenopeo Marco Ambrosino, che ha dichiarato: “Tecnicamente i grilli non sono stati cucinati ma assemblati in abbinamento con bacche di gelso e una ricotta montata con l’olio extravergine d’oliva. Le reazioni? All’inizio c’era un po’ di diffidenza perché le persone erano consapevoli del fatto che stavano assaggiando un insetto essiccato poi però i piatti sono andati a ruba e qualcuno ha pure fatto il bis. Dal punto di vista professionale è stata una grandissima esperienza: da cuoco sapevo di addentrarmi in un terreno inesplorato. È stato come avere in mano un pomodoro nel 1492”.
Addirittura! Citare l’anno della scoperta dell’America e paragonare il “primo” pomodoro nientemeno che a un piatto di grilli essiccati? Roba da far rabbrividire perfino gli alieni…
Ma non finisce qui. Perché quando sarà dato il definitivo via libera alla preparazione e alla vendita di insetti vari, oltre al business “facile” e relativamente economico – e pensiamo anche a quante nuove figure lavorative nasceranno, dal cercatore di grilli, all’acchiappa ragni – la Fao ha dichiarato che potrà essere sconfitta la fame nel mondo.
Non sto scherzando, anche se vorrei. Quindi concludo con una preoccupante dichiarazione recente della Coldiretti: “Per il via libera al consumo c’è stato addirittura un importante endorsement della Fao che in un recente studio li classifica come il cibo del futuro perché stima che fanno parte delle diete tradizionali di almeno due miliardi di persone e che potrebbero quindi essere essenziali per combattere la fame”.
Buon appetito a tutti…
Matt Lattanzi
Soti nan nimewo a 172 – Anno IV del 20/9/2017
Swiv nou!