I 30 Ospedali fiorentini del Trecento: 1 posto letto ogni 90 abitanti
Noi oggi ce la godiamo, grazie ai mille confort.
Ma non è sempre stato così: fino agli anni 60 il frigorifero non esisteva, c’era la ghiacciaia, per chi se lo poteva permettere, per non parlare poi della lavastoviglie o della lavatrice.
Non parliamo poi del bagno, oggi presente in tutte le case, ma fino a poco prima degli anni 6o grande assente nelle case, spesso ubicato fuori casa, in condizioni disagiate, soprattutto nelle campagne, per non parlare poi del bidet, sconosciuto alla maggior parte del mondo, obbligatorio, sembra, solo in Italia, ovviamente assente nella maggior parte dei bagni delle case italiane fino ai primi anni Settanta.
Di conseguenza anche per le vasche da bagno e le docce, con tutte le conseguenze del caso.
E nei tempi antichi non è che la situazione fosse migliore, infatti non vi era città che non avesse gravissimi problemi igienici, spesso dovuti anche alla mancanza delle fognature, che se c’erano erano a cielo aperto, con tutte le conseguenze del genere.
Non a caso l’ultima grande epidemia è della fine del 1800.
Prima che si costruissero ospedali pubblici la sanità era affidata al buon cuore di Monasteri e Conventi.
A Firenze i primi ospedali sorsero nel Trecento, con l’espansione della città, ben 30, per un totale di mille letti, a fronte di una popolazione di circa 90mila persone, il tutto secondo il censimento del Villani riferito al 1340.
1 letto quindi ogni 90 abitanti, non male rispetto alla situazione ospedaliera odierna.
Una conquista sociale, sottolineano gli storici, che poneva la città di Firenze al primo posto per l’assistenza ospedaliera.
Un record unico, che le altre città non avevano.
Ma non solo: gli ospedali fiorentini avevano un attrezzatura sanitaria che nessun altra città non solo italiana, ma anche del mondo poteva vantare.
All’epoca gli ammalati venivano fatti distendere, a dozzine, insieme, su tavolacci, un po’ come si vede nelle foto dei campi di sterminio Nazisti, a Firenze invece i ricoverati negli ospedali avevano ognuno un proprio letto personale, con un proprio guanciale munito di federa intercambiabile, una posata e un bicchiere personali.
Non solo, ogni ammalato aveva il suo pitale personale, dove poter fare tranquillamente i propri bisogni fisiologici.
Anche l’assistenza era particolare quanto curata, con visite quotidiane da parte dei medici, assistiti da qualificati infermieri, mentre altro personale era adibito soltanto al cambio delle lenzuola e coperte, oltre a rifare i letti e a spazzare le stanze.
L’ospedale più famoso, e rinomato, rimane quello di Santa Maria Nuova, ancora oggi attivo, in pieno centro cittadino, all’ombra del cupolone, fondato da Folco Portinari , padre di Beatrice, la donna amata da Dante Alighieri.
Una curiosità: il primo nucleo dell’ospedale non sorse dove si trova oggi l’ospedale, bensì dall’altro lato della piazza, tra via Sant’Egidio e via Folco Portinari, dove ancora oggi si trovano l’antica chiesa di Santa Maria e il Convento delle Oblate, oggi Biblioteca Centrale del Comune di Firenze.
E oggi si chiama appunto Nuovo Santa Maria Nuova, proprio a causa del trasferimento dall’altra parte della piazza.
Insomma vivere all’epoca a Firenze aveva anche i suoi pregi “sanitari” oltre che culturali.
Franco Mariani
Dal numero 5– Anno I del 12/02/2014
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