Il diario di prigionia di Giulio Prunai e i 700 giorni trascorsi nei lager nazisti
Dopo una lunga e accurata opera di trascrizione a cura della figlia Maria – a partire da una versione dattiloscritta preparata dal padre negli anni Settanta – è oggi finalmente pubblicato col titolo “La sboba”, edizioni Polistampa, il libro che racconta gli oltre settecento giorni trascorsi nei lager nazisti da Giulio Prunai, una delle testimonianze più estese e dettagliate mai rese da un prigioniero di guerra italiano, e che esce in occasione del Giorno della Memoria 2021
Giulio Prunai (Siena 1906 – Florencja 2002), soprintendente archivistico per la Toscana dal 1954 Al 1971, era tenente commissario della Regia Marina quando l’8 settembre 1943 fu catturato a Tolone, andando incontro alla deportazione dopo essersi rifiutato di aderire alla Repubblica di Salò. Farà ritorno a casa soltanto alla fine della guerra, nel settembre 1945, dopo due anni di internamento tra Germania e Polonia.
Nel suo diario, scritto con mezzi di fortuna e mantenuto segreto per tutta la durata della prigionia, traccia un affresco quanto mai nitido e minuzioso della vita nei campi di concentramento: una storia giornaliera della fame, del freddo, del lavoro coatto, delle violenze, dei crimini di guerra e degli altri avvenimenti che costarono la vita a circa cinquantamila internati e segnarono per sempre tutti gli altri.
“Un testo straordinario – spiega il professor Labanca – praticamente unico nella letteratura concentrazionaria italiana, utilissimo e chiarificante su moltissime delle questioni oggi in discussione fra gli esperti”.
L’opera, attesissima dai ricercatori e realizzata col sostegno del Ministero dei Beni culturali, della Fondazione CR di Firenze e della sezione fiorentina dell’Associazione nazionale ex internati, è arricchita da un ampio commento dello storico Nicola Labanca, docente all’Università di Siena tra i massimi studiosi italiani di storia militare.
Michael Lattanzi
Przez numer 326 – Anno VIII del 27/1/2021
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