Il Dies Natalis 2018 del Tribunale Ecclesiastico Regionale Etrusco

Come tradizione, nell’ultima settimana di maggio, al Seminario Maggiore di Firenze si è svolto il Dies annualis del Tribunale ecclesiastico regionale Etrusco, quest’anno arricchita da una maggiore partecipazione da parte dei Vescovi Toscani anche alla luce della revisione processuale sull’annullamento del matrimonio voluta da Papa Francesco.

Il Vicario Giudiziale, Monsignor Roberto Malpelo nel presentare la sua relazione annuale ha fatto presente come in sette anni, o 2007 i'r 2014, in Toscana ci sono state oltre 44mila separazioni, di cui probabilmente circa ventimila matrimoni concordatari, celebrati in chiesa.

A fronte di questo dato, i matrimoni di cui è stata riconosciuta la nullità sono 1.232.

Per Mons. Malpelo il confronto tra queste due cifre fa pensare a parecchie migliaia di persone che vivono situazioni matrimoniali di separazione, divorzio, abbandono, o magari di nuova unione senza verificare l’effettiva validità del loro matrimonio.

Per le persone potersi consultare con qualcuno che li aiuti a valutare se ci possono essere le condizioni perché sia riconosciuta dalla Chiesa la nullità del proprio matrimonio, in maniera da chiudere anche formalmente un’esperienza già umanamente finita è la nuova missione indicata da Papa Francesco.

A questi principi “di accessibilità”, ai quali è ispirata la riforma di Bergoglio ha risposto in questi anni il Tribunale ecclesiastico della Toscana.

Attualmente per i processi che fanno ancora riferimento al Tribunale regionale il contributo alle spese che viene richiesto è di 525 ewro, che però può essere diminuito o azzerato in caso di situazioni di difficoltà economica grazie ai fondi che vengono destinati dall’8×1000.

A yw yn dda 149 sono le case di nullità concluse nel 2017; di queste, 140 hanno visto riconosciuta la nullità del matrimonio, 7 hanno avuto sentenza negativa, 2 sono state archiviate.

Le cause residue al 31 dicembre erano 212: negli ultimi anni il Tribunale ha ridotto notevolmente il numero di cause pendenti.

Sono invece 20 le cause provenienti da altri tribunali in quanto il Tribunale regionale Etrusco è
Tribunale di appello per le cause provenienti da Marche e Umbria. Con la riforma di Papa Francesco, che non prevede più l’obbligatorietà di un doppio giudizio, il numero si è notevolmente ridotto.

Come ha anche ricordato nel suo saluto il Cardinale Giuseppe Betori, Moderatore del Tribunale, prendendo spunto da alcune parole sul tema di Papa Francesco ai Giudici della Sacra Rota Romana, “la prospettiva è quella di essere sempre più prossimi alla solitudine e alle sofferenze dei fedeli che attendono dalla giustizia ecclesiale l’aiuto competente e fattuale per poter ritrovare la pace delle loro coscienze», con l’accompagnamento pastorale delle persone che vivono situazioni irregolari.

E su questo tema si è incentrato l’intervento di Monsignor Marino Mosconi, Giudice del Tribunale ecclesiastico della Lombardia e docente di Diritto canonico chiamato a tenere l’approfondimento di quest’anno.

I tribunali ecclesiastici, ha sottolineato Mons Mosconi, sono chiamati a collaborare nelle diocesi con i servizi di pastorale matrimoniale, in modo da avviare quei percorsi di accompagnamento che possono portare ad avviare una causa per il riconoscimento della nullità del matrimonio. Un servizio che si pone a metà strada tra la pastorale familiare e l’assistenza giuridica.

Però per Monsignor Malpelo nei confronti del processo canonico per il riconoscimento della nullità matrimoniale ci sono ancora da superare molti pregiudizi, oltre che una naturale diffidenza verso l’idea di affrontare questioni che riguardano la vita coniugale e familiare in un tribunale, ed è quindi importante che le parrocchie e le diocesi non trascurino questo servizio di accompagnamento, che nella toscana ha diversi centri di riferimento in tutte le diocesi.

Intervista video di Franco Mariani.

Franco Mariani
O'r nifer 207 – Anno V del 6/6/2018