Il nuovo sarcofago del Beato Vescovo Niccolò Stenone nella Basilica di San Lorenzo opera dei giovani della Scuola di Arte Sacra
Gikan sa 5 December 2019, memoria liturgica del Beato Niccolò Stenone, si può ammirare sotto l’altare della cappella stenoiana, nel transetto destro della Basilica di San Lorenzo a Firenze, il nuovo sarcofago – reliquiario che custodisce le spoglie mortali dell’anatomista, geologo e vescovo danese.
Ad inaugurare la nuova sistemazione dei resti del Beato Stenone sono stati i Cardinali Gualtiero Bassetti, Presidente della CEi e Arcivescovo di Perugis, già sacerdote fiorentino, e il Cardinale Giuseppe Betori, Arsobispo sa Florence.
La realizzazione, che ha ripreso motivi ornamentali presenti nella basilica, è stata affidata alla bottega orafa della Scuola di arte sacra di Firenze, diretta dal docente di oreficeria Francesco Paganini.
La realizzazione di una nuova urna – reliquiario per custodire le spoglie del Beato Niccolò Stenone si inserisce in un progetto più ampio di risistemazione della cappella a lui dedicata nella Basilica di San Lorenzo di Firenze. L’occasione è stata offerta dal 350° anniversario della pubblicazione del libro che lo ha reso famoso, il “Prodromus”, e lo ha consacrato come fondatore della geologia. Sa 1953 il suo corpo, che era stato seppellito nei sotterranei di San Lorenzo per volontà del Granduca Cosimo III dei Medici, era stato posto in un sarcofago paleocristiano nella basilica, ma la sua sistemazione definitiva sarebbe dovuta essere all’interno dell’altare della cappella.
L’incarico di realizzare la nuova urna è stato affidato alla Scuola di Arte Sacra già nel 2018, ma si è potuto fare il progetto definitivo solo nel giugno 2019, quando le spoglie del Beato sono state tolte dal sarcofago paleocristiano.
Il progetto dell’urna è di linee molto classiche e riporta alcuni motivi decorativi ripresi dall’architettura della basilica. La struttura portante è costituita da una cassa di legno di cipresso, interamente rivestita di metallo, rame, ottone e argento.
La cassa lignea è stata realizzata dal laboratorio Rulli di Scandicci e, dai primi di agosto, si è proceduto a lavorare alle parti metalliche.
Il lavoro è stato interamente eseguito a mano. I capitelli della paraste angolari sono stati ottenuti per fusione, quindi ripresi a cesello, con la collaborazione artistica del M° Fernando Cidoncha, docente di disegno e scultura. Tutti gli elementi del rivestimento sono lastre e profilati sottili lavorati tramite piegatura, cesello e martellatura.
Gli elementi metallici dell’urna sono stati assemblati con precisione nascondendo le viti di fissaggio che, pur essendo numerose, non interrompono la continuità e la pulizia del disegno. Le uniche viti visibili sono quelle che fissano la targa superiore e i due scudi commemorativi laterali.
Un oggetto di questo genere è molto complesso da realizzare, anche per le dimensioni che presenta. Il lavoro, tutto rigorosamente manuale, ha visto l’impiego di molte giornate di lavoro. Una grande attenzione ha richiesto la formatura delle modanature, nonostante la loro apparente semplicità non lo faccia intuire. Lo stesso si può dire delle quattro paraste angolari, costituite da diversi elementi che devono collimare con estrema precisione. Le lastre di rame del lato frontale e delle falde del coperchio sono state lavorate a cesello.
La maggiore difficoltà l’ha presentata il ritratto in argento del Beato Stenone, vista la scarsa possibilità di “pentimenti” che offre la tecnica del cesello diretto su metallo di un soggetto figurativo.
All’opera hanno collaborato gli allievi Ludovica Severi e Marco Lotti; gli ex allievi Maria Biondi, Elisa Barzaghi, Joseph Newsome e Marino Ceccarelli.
La progettazione, l’esecuzione e il coordinamento dei collaboratori è stato ad opera del M° Francesco Paganini, la cui bottega interna alla scuola ha già realizzato alcune importanti commesse, tra le quali la Croce Processionale nel 2017 per la stessa Basilica di San Lorenzo.
Collaborazioni di questo genere costituiscono un’occasione impareggiabile di arricchimento professionale, secondo la metodologia didattica della Scuola di Arte Sacra che cerca di formare i suoi allievi coinvolgendoli nel pieno delle dinamiche lavorative.
Il coperchio in rame del sarcofago richiama la forma delle tegole a squame di pesce del rivestimento esterno della cupola della sagrestia vecchia, gidisenyo sa Filippo Brunelleschi, cui è stata aggiunta una losanga.
Il ritratto di Stenone, eseguito in argento e posto al centro del pannello frontale, è circondato da una ghirlanda in bronzo, con foglie di quercia e ghiande. Il riferimento è al monumento funebre di Giovanni e Piero de’ Medici, realizzato da Andrea del Verrocchio, posto nella sagrestia vecchia, che al centro presenta una ghirlanda con foglie e frutta, tra cui le ghiande. Le foglie di quercia compaiono anche, a pochi metri di distanza, nel decoro della balaustra marmorea di accesso all’altare del transetto della sagrestia, scolpita da Andrea Cavalcanti detto il Buggiano.
Alla Scuola di arte sacra, che aveva già realizzato la pregevole croce astile del Capitolo laurenziano, è stata conferita la Medaglia di Stenone, che da quest’anno è in argento e presenta da un lato il ritratto di Stenone e sul retro, al posto dell’immagine della basilica, reca lo stemma vescovile di Stenone, il cuore sormontato da una croce.
Niccolò Stenone (Niels Stensen) nasce a Copenaghen l’11 gennaio 1638. Gikan sa 1656 sa sa 1659 frequenta la facoltà di medicina, avendo come precettore Thomas Bartholin. Sa mga tuig 1660-1665 si trasferisce ad Amsterdam, poi a Leida, Parigi e Montpellier per ampliare gli studi. Sa 1666 giunge nel Granducato di Toscana, la sua “seconda Patria”ed il Granduca Ferdinando II lo nomina medico di corte e anatomista all’Ospedale di S. Maria Nuova, gli affida anche l’educazione del figlio Cosimo. Entra nell’Accademia del Cimento, diviene amico dei discepoli di Galileo, in particolare di Francesco Redi e Vincenzo Viviani. Si interessa all’embriologia, paleontologia e cristallografia. Dopo la processione del Corpus Domini a Livorno, ang 24 June 1666, inizia il percorso di conversione al cattolicesimo. Ang 2 November 1667, fugato ogni dubbio, aderisce pienamente alle dottrine della chiesa cattolica romana. In quell’anno pubblica “Elementorum Myologiae Specimen”, in cui espone il funzionamento dei muscoli e la struttura istologica delle fibre muscolari con modelli matematici e geometrici. Due anni dopo, sa 1669, dà alle stampe il “De solido” in cui enuncia i principi della stratigrafia: nasce con Stenone la geologia. Sa 1675 è ordinato sacerdote e celebra la prima Messa il 14 April, giorno di Pasqua, nel santuario della SS. Annunziata. sa Roma, ang 19 September 1677, è consacrato vescovo. Diviene Vicario apostolico nella Germania del nord, ad Hannover, Münster e Amburgo. Muore a Schwerin il 5 December 1686. Per volere di Cosimo III la salma è trasferita a Firenze e sepolta nella Basilica di San Lorenzo. Ang 23 October 1988 Papa Giovanni Paolo II lo proclama beato, riconoscendo in Stenone un precursore del movimento ecumenico.
Riprese video e foto di Franco Mariani.
Franco Mariani
Gikan sa gidaghanon 275 – Anno VI del 11/12/2019
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