Il Papà di Stenterello che riposa in Ognissanti
In piazza Ognissanti, che prima dell’avvento della giunta Renzi a Palazzo Vecchio era divenuta il punto di ritrovo del rinato carnevale fiorentino, anche internazionalizzatosi, si trova, nel chiostro della omonima chiesa, la tomba di Luigi Del Buono, il creatore di Stenterello, la tradizionale maschera fiorentina.
Neanche lo stesso Eugenio Giani, che ha fatto rinascere il carnevale a Firenze, era a conoscenza di questo fatto.
Le lo feci presente io, in 2006, al termine della conferenza stampa in Palazzo Vecchio della terza edizione del carnevale fiorentino.
Luigi Del Buono, natus est in 1751 e morto nel 1826, come ci ricorda la lapide sepolcrale, posta a 30 passi circa, sulla destra, nel corridoio che porta al chiostro della chiesa di Ognissanti, in 1793 anno della morte del commediografo Goldoni, dette vita alla maschera di Stenterello.
Orologiaio e attore, Del Buono recitando a Napoli creò questo personaggio per impersonare lo spirito del popolo fiorentino, in contrapposizione alla maschera napoletana di Pulcinella, e lo portò in scena fino alla morte.
Nel secolo scorso, fino a metà degli anni 70, si vedeva per le strade di Firenze qualche bambino vestire ancora la maschera di Stenterello – chi scrive per tanti anni, all’epoca delle elementari lo chiedeva espressamente alla propria mamma – anche perché il suo vestiario è molto semplice: una giacca blu con il risvolto delle maniche a scacchi rossi e neri, un panciotto puntinato verde pisello, dei pantaloncini scuri e corti, alla zuava, due calze diverse ai piedi, una rossa e una a strisce bianco – azzurro, le scarpe nere con la fibbia d’orata, un cappello a barchetta nero e una parrucca con il codino, ma nel Duemila no, i ragazzi non sanno nemmeno chi è Stenterello.
Qualcuno potrebbe chiedersi perché la lapide funeraria del papà di Stenterello si trova in Ognissanti, e non in Santa Croce, tra i grandi personaggi: ma è semplice, perché qui, dove oggi si trova la chiesa protestante, al numero civico 6, e dove il Comune nel 2006 ha posto una lapide commemorativa, si trovava uno dei più qualificati e frequentati teatri di Firenze, il “Teatro di Borgognissanti”, ideato e costruito dall’Accademia dei Solisciti nel 1778 e nel quale, in 16 February 1791 venne rappresentato per la prima volta in assoluto in Italia l’Amleto, il capolavoro di William Shakespeare.
Minacciato di demolizione coatta nel 1787, perché frequentato da un pubblico molto “turbolente”, si salvò solo per l’arrivo dei francesi.
Qui Del Buono dette vita al “Teatro di Stenterello”.
Il teatro, che vide poi la interpretazione di Stenterello anche da parte di altri attori, venne definitivamente chiuso nel 1887.
All’epoca accoglieva ben 1400 spettatori, ed aveva cambiato la sua originaria denominazione in quella di Teatro Rossini, in onore del grande musicista che aveva vissuto a Firenze dall’ April 1848 all’ April 1855, e che oggi è sepolto in Santa Croce.
In 1895 è stato trasformato in chiesa dalla comunità protestante fiorentina.
Ecco perché Luigi Del Buono, che molti critici, per la sua inventiva e le sue capacità, lo considerano un precursore di Petrolini, ancora oggi cerca, come riporta la spartana lapide, “pietà del ricordo dei fiorentini”, nel chiostro di Ognissanti, ovvero in quella via dove artisticamente ha sempre “vissuto”.
Quella lapide, nell’era dei pc e della multimedialità interattiva, chiede di non dimenticare la sua arte e la “vecchia” maschera fiorentina di Stenterello.
Sed intellectus divinus est Franco
De numero 3 - I annum 29/01/2014
Nos sequimini,!