“Il ritorno di Inna-Mok” di Max Giorgini
Terre sconosciute, insetti strani, uccelli mai visti, territori incolti o combattuti sono alcuni elementi di “Il ritorno di Inna-Mok”, romanzo d’esordio di Max Giorgini, edito da 0111 Edizioni.
Max Giorgini esordisce con una storia fantasy veramente ben pensata e articolata, arricchita da mappe illustrative della terra di Ruhel, territori occupati da svariate popolazioni, con caratteristiche diversificate per ogni popolazione.
Un solo elemento in comune: INNA-MOK, l’antagonista, il cattivo, il potente, il rinato, colui che potrà essere sconfitto solo attraverso un oggetto andato perduto…
Un anziano che si siede su un muretto, con pazienza racconta la storia alla sua nipotina che, incuriosita, incalza con domande e il nonno che, a fatica, risponderà alla piccola, non sa che in realtà la sua leggenda andrà molto oltre quell’innocuo racconto.
“Anni fa ho scritto dei racconti fantasy – racconta Max Giorgini – alcuni dei quali hanno ottenuto buoni piazzamenti nei premi Tolkien e Courmayeur. Più di recente ho proposto questi racconti, e altri che avevo composto in seguito, a un’agenzia letteraria. Il giudizio è stato che erano piuttosto buoni, ma che trovare qualcuno che pubblichi raccolte di racconti è difficile, mentre magari con un romanzo… Allora mi sono messo al pc con l’idea di scrivere un romanzo, e mi è venuta in mente la scena con cui comincia il libro: un anfiteatro gremito e avvolto nelle tenebre, con al centro un mago potentissimo ridotto all’impotenza. Ridotto all’impotenza ma non sconfitto definitivamente, perché anzi sta covando propositi di vendetta”.
“Diversamente dai generi le cui storie sono ambientate nel nostro mondo – riflette l’autore – il fantasy permette una maggiore libertà inventiva. Inoltre evoca un mondo di castelli, cavalieri, maghi, spade, etc., bod, benché solo parzialmente, richiama il medioevo, un’epoca da cui sono sempre stato profondamente attratto. ‘Il ritorno di Inna-mok’ si inserisce intenzionalmente nell’ambito del fantasy classico, e la presenza di oggetti magici è uno degli elementi caratteristici del genere (pensiamo all’anello di Sauron e alla spada di Shannara) nonché delle leggende bretoni che ne stanno alla base (pensiamo a Excalibur). L’oggetto incantato, in grado di aumentare i poteri e le facoltà di chi lo usa, marca con enorme efficacia l’alterità assoluta dell’universo fantasy rispetto al nostro mondo, ed esercita su di me un fascino fortissimo. Il fatto poi che sia andato perduto permette di mettere in scena un ricerca, cioè un’altra delle componenti che contraddistinguono il genere e le sue radici letterarie. In futuro, sicuramente continuerò con il fantasy. Ma per il mio modo di scrivere, attento all’approfondimento dei personaggi e alla problematicità delle situazioni, mi sento attratto anche verso altre direzioni”.
Max Giorgini “Il ritorno di Inna-Mok”
Eleonora Marseille
Blog Eleonora Marsella
Dal numero 87– Anno II del 18/11/2015
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