La Divina Commedia in 97 மீட்டர்: l’opera filandese dell’italiano Enrico Mazzone
Tuto è iniziato cinque anni fa in Finlandia, quando la cartiera UPM, tramite la residenza d’artista Raumars di Hannele Kolsio, donò ad Enrico Mazzone una bobina di carta lunga 97 metri e 4 di altezza.
Un errore di grammatura ha dato l’occasione all’artista di trasformare la carta in un’opera d’arte che riporta al pubblico italiano una reinterpretazione illustrata della Divina Commedia di Dante Alighieri.
I complessi figurativi sono eseguiti a matita, attraverso una tecnica puntinata e nell’arco di cinque anni, lavorando quotidianamente.
Quando Dante Alighieri componeva la Divina Commedia, la Finlandia in pratica non esisteva. Non era uno stato indipendente, non aveva una tradizione letteraria e neppure attestazioni scritte, e la lingua finnica stava iniziando a formarsi proprio in quel periodo, nel XIII secolo.
L’interesse per Dante e per il suo capolavoro avrebbe conquistato la Finlandia solo nell’Ottocento, quando i letterati dell’allora Granducato di Finlandia, che al tempo dipendeva dall’Impero russo, presero a leggerla e a farla circolare in ambito accademico, traducendola a frammenti, anche se la prima traduzione completa sarebbe stata pubblicata solo tra il 1912 மற்றும் 1914, grazie all’opera del poeta Eino Leino, che soggiornò a lungo in Italia per imparare l’italiano al meglio e poter fornire alla Finlandia l’opera dantesca in finlandese, corredata anche di esegesi.
La traduzione di Leino, che ebbe un certo impatto in Finlandia, commentata anche dalla critica italiana, continua a esser letta anche oggi e ha dato un contributo importante per la conoscenza di Dante tra i finlandesi: altre traduzioni poi ne sarebbero seguite, e la Finlandia è diventata una terra molto sensibile al fascino della Divina Commedia, nota a queste latitudini come Jumalainen näytelmä.
Grazie all’artista italiano Enrico Mazzone, அந்த 2016 vive in Finlandia, la Divina Commedia viene ora illustrata su di un mastodontico foglio di carta di 97 metri per 4, un imponente rotolo di 388 metri quadri per un peso di quasi 240 chilogrammi, che accoglierà la traduzione in immagini del poema dantesco, interamente realizzata a matita con tecnica puntinata, a ricordare un’incisione.
Dante e Virgilio che vagano per l’Inferno avvolti nei loro pesanti mantelli, Paolo e Francesca che fluttuano abbracciati tra i turbini del girone dei lussuriosi, il Gerione dalle ali di pipistrello e dalla lunga coda, l’Inferno immaginato come un luogo aspro fatto di rupi scoscese, foreste intricate, distese aride: l’immaginario romantico di Gustave Doré, che rende ancor più epico il viaggio di Dante, investe travolgente la mente di Mazzone e vi si fissa senza più cancellarsi.
“L’idea di realizzare quest’opera ha detto l’artista – mi è venuta nel 2015, quando sono tornato dalla Groenlandia, dove le costellazioni, i boschi infiniti e il paesaggio in generale mi avevano ispirato. Ero restato cinque anni fuori dall’Italia e l’esilio, non obbligato ma simile a quello di Dante, mi ha fatto riflettere sulle stelle che mi circondavano e mi ricordavano il paradiso. Fino ad arrivare poi ai boschi e ai laghi – insidiosi, bui e a tratti ostili e tenebrosi – che mi hanno ricordato il purgatorio e l’inferno. Non ci ho pensato troppo. Ho trovato una cartiera che mi ha fornito il foglio, su cui tutt’oggi lavoro, e mi sono messo all’opera”.
Dalle dodici alle quattordici ore al giorno sdraiato tra Paolo e Francesca, Caronte, Ulisse e il mal di schiena, hanno così permesso a Mazzone di diventare un artista a tempo pieno. La tecnica della puntinatura si ripete in modo paziente e meticoloso, ricalcando il viaggio dantesco ma senza nessun Virgilio a fargli da guida.
“Grazie al forte sostegno di Beatrice Bassi e Leonardo Spadoni – ci tiene a precisare Mazzone – l’opera attualmente terminata sarà esposta in un percorso itinerante. In questo modo l’idea, nata per me stesso, diventerà usufruibile a tutti”.
Simona Michelotti
பல 325 – Anno VIII del 20/1/2021
எங்களை பின்பற்றவும்!