La generatrice di miracoli di Caterina Ceccuti
“Io posso darti questo dono, Teresa. E ogni volta che toccherai un malato, un moribondo o un afflitto con le tue mani, lo guarirai da qualsiasi sofferenza. Ti basterà toccarlo, Teresina, col palmo di una mano”.
Una storia di tentazione e fede, di miracoli e sofferenze, in una Toscana del primo Novecento dove ombre demoniache si affacciano insidiose: il romanzo di Caterina Ceccuti, intitolato “La generatrice di miracoli” (Mauro Pagliai Editore, pp. 132, euro 10), è un affresco gotico che ci porta indietro nel tempo per rievocare paure mai sopite.
L’autrice, fiorentina classe 1980, è giornalista e animatrice culturale. Nel 2013 ha pubblicato il libro Voa voa!, dedicato alla figlia Sofia, e ha dato vita assieme al marito Guido De Barros all’associazione Voa Voa Onlus per l’assistenza alle famiglie di bambini afflitti da malattie rare e neuro degenerative, conquistando ampia attenzione mediatica.
Il suo esordio nella narrativa nasce da una ricerca svolta sui periodici diffusi nella prima metà del secolo scorso, in particolare quelli che dedicavano attenzione ai fatti più insoliti e curiosi.
Proprio come la storia di Teresa R., protagonista del romanzo, un’anziana signora che abita un casale diroccato sulle colline toscane.
Il giornalista Riccardo Sirigatti, cui viene affidata una rubrica dedicata al sovrannaturale, si trova a intervistarla, e quella che al frenetico reporter sembra dapprima una “biografia lenta a scorrere”, si trasforma inaspettatamente nell’intensa rievocazione di un’avventura incredibile, ai confini del reale, che la monaca Teresa condivide in gioventù con la sorella Lisa.
Una vicenda densa di mistero, capace di aprire spaventosi interrogativi sull’esistenza di Dio e del Maligno, e di scardinare l’incredulità in un crescendo di tensione emotiva.
Con attenzione al dettaglio storico e alle consuetudini linguistiche dell’epoca, Caterina Ceccuti tesse le fila di un’inchiesta sul paranormale che, pur frutto di fantasia, apparirà tanto verosimile quanto emblematica e inquietante.
Mattia Lattanzi
Dal numero 45 – Anno I del 24/12/2014
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