“L’arse argille consolerai” del giornalista Nicola Coccia sulla vita di Carlo Levi
Il libro più famoso di Carlo Levi è sicuramente “Cristo si è fermato a Eboli” che narra in forma autobiografica gli anni 1935-1936, quando lo scrittore fu condannato al confino in Lucania a causa della sua attività antifascista e dovette trascorrere un lungo periodo ad Aliano, dove ebbe modo di conoscere la realtà di quelle terre e delle loro genti.
Οκτώ χρόνια αργότερα, σε 1944, Levi si trovava a Firenze, ospite di Anna Maria Ichino, in una casa in piazza Pitti che aveva ospitato tante persone illustri durante la Resistenza.
“Cristo si è fermato a Eboli”, che subito dopo la pubblicazione nel 1945 ebbe un successo internazionale, è stato ampiamente studiato e analizzato, anche se la storiografia non aveva sinora evidenziato il momento in cui lo scrittore aveva scritto la sua opera. Non si conosceva molto degli anni 1943 και 1944, quando l’autore viveva a Firenze.
Adesso, il libro “L’arse argille consolerai”, scritto dal giornalista Nicola Coccia ed edito da Ets, colma questo vuoto storiografico.
Sono occorsi sei anni di ricerche all’autore per scavare nella vita di Carlo Levi e sul uno dei libri più importanti del Dopoguerra.
Un viaggio dal confino, dove il fascismo lo spedì, fino alla Liberazione di Firenze, in un cammino ricostruito da Nicola Coccia con l’approccio di storico e la qualità del narratore, attraverso documenti, inediti, che gli hanno permesso di entrare nelle vite di alcune persone che hanno “raccontato” storie drammatiche e straordinarie, come quella del partigiano milionario, delle carognate dei fascisti in un convento di clausura, delle stragi di bambini e civili, dell’uccisione della donna più bella del mondo, di Manlio Cancogni portiere in un torneo di pallone nella villa di Mussolini, del furto della valigia di Carlo Cassola, dell’olio e della farina portati a Giorgio Bassani in fuga da Ferrara.
Il libro parla soprattutto della vita di Carlo Levi, medico, pittore, membro del Comitato Toscano di Liberazione, della donna che l’ha protetto, del bambino di cui è stato padre putativo, della figlia segreta, della stesura del “Cristo si è fermato a Eboli”.
Sono gli anni terribili della guerra, dell’occupazione tedesca e infine della Liberazione, vale a dire gli anni in cui Firenze, che è per l’artista e scrittore torinese “crocevia” della vita e straordinario rifugio creativo, è sospesa tra mille incubi e fragili speranze.
Qui la narrazione di Coccia, senza rinunciare a una ricca e preziosissima documentazione, assume la forma di un romanzo che con ritmi e storie, ίσως, alla Pratolini, ci restituisce storie di una Firenze non del tutto nota.
Frank Mariani
Από τον αριθμό 200 – Anno V del 18/4/2018
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