“Le parole cancellate”
Roald Dahl subisce la censura, no, non siamo negli anni cinquanta…
Roald Dahl è stato uno fra i più noti scrittori di letteratura per l’infanzia, nei suoi libri dedicati ai bambini si è concentrato principalmente sulla possibilità di renderli consapevoli delle proprie capacità, soprattutto di fronte ai soprusi.
Chi non ricorda “Matilde”?
Da quel libro è stato tratto “Matilde 6 mitica”, e come dimenticare la maestra Dolcemiele o la signorina Spezzindue?
O anche le avventure del giovane Charlie Bucket nella Fabbrica di cioccolato?
Roald Dahl ha insegnato ai bambini a provare, osare, avere un obiettivo importante e a non avere paura di raggiungerlo.
Ora la casa editrice Puffin Books e la Roald Dahl Story Company hanno deciso di modificare e sostituire diverse parole dai libri dello scrittore, per adeguarsi alla “sensibilità” odierna.
Perché siamo così certi che i bambini non comprendano o non capiscano quello che Dahl voleva trasmettere?
Oppure è solo per rendere gli adulti fieri di aver fatto il loro dovere “proteggendo” i figli dalla “pericolosità” di un testo?
Io trovo che correggere un vecchio e – aggiungo, noto – libro per adeguarlo alla presunta sensibilità dei tempi nostri è comunque una stupidaggine!
Pensate, pare che anche lo 007 di Ian Fleming sarà censurato; che idiozia… togliere da James Bond tutto ciò che è “politicamente scorretto” significherebbe cancellare il personaggio, anche perché chi decide di acquistare un romanzo di Ian Fleming non rimane di certo sconvolto o suggestionato negativamente dalle avventure del più famoso agente segreto del mondo, e pertanto sa dargli anche una collocazione storica.
Ma si sa, è il nuovo passo del “politically correct”: la cultura della cancellazione, aut melior, la cancellazione della cultura.
A me è venuto un dubbio: ma non sarà una triste operazione di marketing mascherata da falso perbenismo?
Al di là di tutto, se prendessero in esame altri autori, quanti si salverebbero dalla censura?
Ben pochi, scommetto…
E allora cosa ci resterebbe delle letterature mondiali?
La storia insegna che il proibizionismo non ha senso… l’arte non va censurata. Mai!
Silvana Scano
De numero 420 – Anno X del 8/03/2023
Nos sequimini,!