Liti condominiali: 300 i ricorsi all’Organismo di conciliazione nel 2018 per evitare le cause civili

Martello giudiceLiti condominiali, cresce il numero di quanti si rivolgono all’Organismo di conciliazione Firenze (Ocf) per ricomporre il diverbio evitando di approdare a una causa in tribunale e quindi di dover affrontare spese più onerose.

Numeri che sono stati presentati nel corso di un incontro organizzato da Confartamministratori proprio per valutare il livello di contenzioso e dare agli amministratori uno strumento che permetta di indicare una via preferenziale per risolvere le contrapposizioni che si possono venire a creare.

I dati relativi al 2018 dichiarati dai responsabili Ocf indicano un totale di procedure di mediazione avviate di circa 3.000, con un aumento di circa 400 procedure rispetto al 2017.

Di queste circa 300 sono in materia condominiale e il 50 per cento delle procedure effettivamente esperite si conclude con l’accordo.

De 3.000 procedure depositate circa 700 sono mediazioni demandate dal giudice e cioè in cause già pendenti in tribunale, che possono così essere semplificate, e il dato di soluzione è sempre circa il 50 per cento di quelle effettivamente esperite si conclude con accordo.

“Sono quasi 500mila gli italiani che si stanno sobbarcando una causa civile derivata da contrasti condominiali e da liti tra vicini di casa (sobre 10% sul totale). Se a questo sommiamo le cause che riguardano gli sfratti, a livello numerico i procedimenti civili legati alla casa si collocano al terzo posto per numero di persone coinvolte (o 16,2% de totale), dopo le cause del lavoro e di famiglia (respectivamente 21,8% e 39,5%). Capita per svariati motivi – spiega il presidente di Confartamministratori, Alessandro Ferrari – che nell’ambito di un condominio insorgano contrasti, capaci di degenerare in litigi e se non ricomposti sfociare in cause civili, che naturalmente portano via tempo e finiscono per pesare in modo non indifferente sulle tasche delle parti, bloccando talvolta anche l’attività condominiale”.

Michael Lattanzi
Dal numero 229– Anno V del 5/12/2018