“Looking for Naomi”, l’horror tratto da una storia vera – Intervista all’autore Mattia Lattanzi
È il giorno del Giudizio, anzi forse è il giorno in cui il giovane scrittore si ritrova faccia a faccia con i suoi incubi, con le sue previsioni, con l’altro se stesso. In “Looking for Naomi” lo scrittore diventa protagonista e cronista di un invasione di zombie, trovando il tempo di parlare dei nostri giorni, le nostre vergogne e i nostri limiti. Fluido e ironico, il racconto si svolge nella splendida Toscana, partendo dalla pittoresca Firenze, alla ricerca di una speranza per l’umanità, o solo per il protagonista. Idealmente “Looking for Naomi” è il prequel del primo romanzo dello scrittore toscano, dove però i demoni del passato prendono forma, nella sviscerale e articolata avventura che il protagonista affronta. Il tema degli Zombie è molto di moda nell’ultimo periodo, fra serie tv, fumetti e quant’altro. Scrivere qualcosa di nuovo e non banale è una sfida per chi ci si vuole cimentare, ma Mattia ci riesce, ci riesce davvero bene! Ma facciamoci raccontare direttamente dalla sua voce un po’ di questa perla horror…
Mattia come nasce l’idea di “Looking for Naomi”?
“Looking for Naomi nasce dalla forte voglia di scrivere un romanzo nel modo in cui mi sentivo di scriverlo, senza pensare a eventuali censure o possibili critiche. Lo definisco il mio delirio più sentito, un pezzo della mia anima, il mio ‘demone’ liberatorio ritrovato e accettato. E poi volevo anche rendere ‘immortale’ la mia splendida e amata coniglietta Camilla, la co protagonista del romanzo. In realtà Looking for Naomi è il mio quarto romanzo, anche se gli altri 3 – compreso ‘Oltre l’apocalisse’, 2014 – sono finalmente riuscito a farli togliere dal mercato, così potrò ripubblicarli il prossimo anno”.
Chi pensi possano essere i tuoi lettori ideali?
“Come scrivo nell’introduzione: consiglio fortemente la lettura a chi dispone di una discreta dose di senso dell’umorismo. A chi sa capire che le opinioni, anche quando non piacciono, sono sempre e solo opinioni. E ricordo che non esiste il reato d’opinione. Oppure a chi si vuole rilassare dimenticando, per un po’, tutti i problemi della vita quotidiana. Além de, a chi ama i conigli e li considera animali da compagnia a tutti gli effetti. Sconsiglio invece la lettura ai prevenuti della politica, quelli che predicano ad esempio la libertà d’opinione e poi sono pronti a scannarti se non la pensi come loro. E a chi mi vuole male, in quanto, Provavelmente, dopo questa lettura mi vorrebbe ancora più male. Per invidia ad esempio. Sconsiglio inoltre questa lettura ai puritani, ai perbenisti, ai moralisti, ai deboli di stomaco e ai rompiballe in generale. De resto, Looking for Naomi sarà una lettura davvero piacevole”.
In questo libro c’è molto di personale, cosa che dichiari nella prefazione, scusandoti, perché questa necessità?
“Sembrerà assurdo, ma volevo scrivere un romanzo che piacesse da morire in primis a me. E ho ottenuto il mio scopo. Poi volevo che colpisse al cuore i lettori, che li facesse pensare, che li facesse incazzare, che li facesse amare o magari anche odiare il mio libro. E ho ottenuto il mio scopo. È un romanzo fresco, originale… negli ultimi tre anni ho letto decine e di decine di romanzi, di autori conosciuti ed esordienti, e non ho trovato nulla di simile a Looking for Naomi. Mi sono aperto con me stesso, ho spiattellato le mie esperienze, e le esperienze di chi ho incontrato lungo il mio cammino di vita. Probabilmente ho sbagliato, ma sono contento di aver scritto Looking for Naomi così come l’ho scritto. E aggiungo, anche se potrà sembrare una minaccia: ‘Looking for Naomi to be continued…’, e mi batterò fino alla fine e fino alla morte e in ogni modo per farlo conoscere, anche a costo di dichiarare guerra all’editoria e alla politica italiana!”.
Non pensi che la gente sia stufa degli Zombie?
“Gli Zombi sono una componente non primaria, infatti nel romanzo sono accennati, e comunque il tema zombie qui è affrontato in chiave abbastanza ironica. Non sono loro i protagonisti del racconto, anche se devo ammettere che io adoro gli zombie… è più forte di me, non riesco nemmeno a sottrarmi dal vedere ogni film – la maggior parte delle volte pellicole di serie z e assolutamente scadenti – che esce sui simpatici e dolcissimi morti viventi. Per fortuna esiste lo streaming… In ogni modo non credo che la gente sia stufa degli zombie. Non ancora almeno”.
Alterni in modo egregio ironia, sarcasmo e un pizzico di cinismo, ma ci sono momenti davvero delicati e commoventi; come sei riuscito a incastrare così bene questi sentimenti?
“Usando i ricordi. Ho volutamente mescolato alcune mie storie reali del passato con la mia personale visione della ‘fine dei tempi’. E come non potevano mancare l’ironia, il sarcasmo, e il cinismo che in parte mi contraddistinguono, così non poteva mancare la dolcezza che, in fin dei conti, mi rende una persona tutto sommato fragile, sincera, immatura. Non mi sono particolarmente impegnato. Mi è venuto tutto spontaneo”.
Naomi è la donna ideale o solo l’idea ideale di donna?
“Direi che Naomi è l’idea ideale di donna ideale. Anche se credo che sia più una sorta di potenziale musa ispiratrice che mi tranquillizza, che mi rende ‘buono’ e anche coraggioso. Ho avuto molte storie nella mia vita, ma se trovassi realmente la vera Naomi, apocalisse permettendo, credo che l’amerei tantissimo sì, ma sarebbe esclusivamente un amore platonico”.
Zombie Hunters, Walking Dead, Dead Seat, Izombie, solo per citarne qualcuno, quanto hanno influito sul tuo racconto?
“Di queste serie citate, solo ‘The walking dead’, che adoro, ha influito in parte sui miei romanzi, ‘Oltre l’apocalisse’ in primis. Le altre serie non mi piacciono particolarmente. Devo comunque ammettere che il fumetto Dylan Dog mi ha ispirato tantissimo, e probabilmente, oltre al mitico Romero e al maestro Stephen King, anche Tiziano Sclavi ha contribuito a farmi amare gli zombie e l’horror in generale”.
Il prossimo lavoro sarà sempre incentrato sugli zombie o hai in mente qualcos’altro?
“Sta per uscire la nuova edizione del testo ‘I due coniglietti – Un’avventura straordinaria’, romanzo da presentare alle scuole elementari e medie, con il patrocinio di due importanti associazioni animaliste: OIPA – Organizzazione Internazionale Protezione Animali, e La voce dei conigli. Un romanzo fantastico, esilarante, ma che tocca temi scottanti quali l’abbandono, il maltrattamento, la vivisezione, la ricerca sugli animali, temi purtroppo molto spesso snobbati dai media. L’ho scritto a quattro mani, insieme a un altro autore animalista e amante dei coniglietti, James Pedroni. Inoltre continuerò la promozione del libro storico ‘Firenze 1966: L’alluvione – Risorgere dal fango’, Giunti Editore, scritto assieme al collega giornalista vaticanista Franco Mariani. Lo presenteremo alla Camera dei deputati il 6 dicembre e in Senato il 9 Fevereiro. 5mila copie già distribuite solo in Toscana, 30mila le copie a edizione speciale distribuite e vendute nelle edicole di Firenze e provincia, e il lavoro da fare è ancora tanto. Ma ho già in mente un nuovo horror con una nuova razza di zombie mutanti originali… ma fino a marzo/aprile 2017 non ho proprio tempo di mettermi a scriverlo”.
Un’ultima battuta… in caso di invasione zombie… quali sono i tuoi consigli?
“Allora, gli zombie prima o poi arriveranno. Speriamo il più tardi possibile, ma l’apocalisse non è lontana, Infelizmente. Enfim, in caso di invasione zombie, cercate assolutamente un rifugio e barricatevi dentro per fare il punto della situazione. Gli zombie sono tendenzialmente stupidi, sono dei semplici ‘involucri’ attirati dai suoni e dalla fame di carne umana, quindi il silenzio è fondamentale, così come lo è il non farsi vedere. Gli zombie si possono eliminare facilmente, è sufficiente bucare loro il cranio, trapassando il cervello, che è l’unico organo ancora, in parte, funzionante che hanno. De resto, armatevi, fate scorta di acqua e cibo (in questo caso lo ‘sciacallaggio’ è permesso), trovate altri sopravvissuti, riunitevi e continuate a vivere il più a lungo possibile. Chi sopravvive a un’invasione di zombie, ha il futuro del pianeta tra le mani…”.
Enrico Pentonieri
Pelo número 134 – Anno III del 16 /11/2016
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