Ma la mascherina serve davvero?
La domanda è semplice, anche se la risposta non lo è affatto: la mascherina – oramai obbligatoria in quasi tutto il territorio nazionale – serve davvero?
Questa è una domanda che molti italiani si sono posti, ovviamente. E gli italiani – costretti a indossare la mascherina dal Governo – la indossano ovunque, perfino in auto viaggiando da soli, perfino in bicicletta, perfino quando starnutiscono, e addirittura anche quando passeggiano in campagna lontano dai luoghi affollati.
Ci manca soltanto che qualcuno decida pure di sposarsi con la mascherina! Sarebbe il top del top. Sarebbe la barzelletta dell’anno “covidiano”. Ma… a pensarci bene, questo abominio è già accaduto, e più di una volta. Che tristezza…
Ad ogni modo, la domanda iniziale non vuole essere una sorta di “veicolo” demagogico per arrivare a raccontare quale tipo di psicosi “subliminale” e di terrorismo psicologico ci sono stati imposti: multe per chi supera di qualche metro la distanza permessa per camminare, sanzioni fantascientifiche, Forze dell’Ordine che fermano le persone e le distruggono psicologicamente ed economicamente, ug uban pa, ecc… No! La domanda iniziale vuole solo essere una sorta di ritorno ad una minima democrazia di pensiero. Democrazia che, attualmente, pare del tutto scomparsa in questo paese allo sbando.
Il Governo decide per il lockdown; dunque decide di chiudere tutto per un virus lasciando letteralmente morire di fame i lavoratori più “deboli”, distrugge la piccola e media economia, vieta il caffè al bar, sbarra parchi e panchine, terrorizza le persone con minacce e multe da capogiro, mette gli uni contro gli altri… e rende obbligatoria la mascherina!
Verrebbe quasi voglia di ridere a crepapelle, o addirittura di armarsi (come fanno, beati loro che possono, gli americani quando scendono in piazza), se soltanto la situazione non fosse così triste e davvero preoccupante, soprattutto per la nostra economia.
Ma arriviamo finalmente al nocciolo della questione, insomma, alla domanda iniziale.
La mascherina serve davvero? Oppure è un potenziale veicolo di possibili infezioni batteriche per chi la indossa?
Personalmente conosco persone che usano un’unica mascherina, sempre la stessa, per giorni e giorni, e quando tornano a casa la buttano dove capita riprendendola in mano solo quando devono uscire la mattina. E a parte i batteri presenti in casa e che si accumulano e si riproducono sulla stessa, indossare la mascherina può provocare seri danni, e vediamo quali sono.
In primis, indossando la “soffocante” mascherina, permettiamo inconsapevolmente che l’aria espirata entri dentro gli occhi: quindi si crea una sensazione spiacevole e un involontario impulso a toccarsi gli occhi con le mani. E se le mani sono contaminate (o semplicemente sporche, soprattutto per chi lavora), i batteri e i virus, tutti, compreso il Covid-19, passano dagli occhi.
Dugang pa sa, le mascherine rendono la respirazione molto più difficile e possono provocare problemi seri di respirazione, specie con una temperatura esterna elevata (immaginiamo di dover camminare ad agosto indossando questo pezzo di plastica davanti alla bocca e al naso), e in particolar modo per chi soffre già di problemi respiratori o semplicemente di allergie stagionali.
Dugang pa sa, indossare una maschera facciale può dare un falso senso di sicurezza e indurre le persone a ridurre il distanziamento sociale e il lavaggio delle mani.
E molti di noi tendono involontariamente a prediligere un uso inappropriato della mascherina: infatti le persone non dovrebbero toccare mai le proprie mascherine con le mani, e dovrebbero cambiarle di frequente o, se lavabili, lavarle quotidianamente, ma non tutti lo fanno. Anzi, probabilmente lo fanno in pochi…
Ug unya, non dimentichiamoci, ci sono personaggi – ad esempio il capo della Protezione Civile, ma non soltanto lui – che dichiarano tranquillamente che la mascherina serve soltanto ad evitare che un eventuale infetto possa trasmettere il virus a una persona sana. E taluni personaggi spesso ammettono che la mascherina nemmeno la indossano.
Però il popolo è costretto a indossarla, mentre la mascherina dovrebbe indossarla solo chi è malato, o solo chi ha la febbre, e soltanto chi è positivo a questo presunto virus scappato da un laboratorio cinese.
A detta di molti esperti, comunque, l’uso della mascherina può contenere la pandemia, perché se tutti la indossassero i rischi che un eventuale malato riesca a trasmettere il virus tramite i “droplet” (le goccioline di saliva che tutti emettiamo) sarebbero molto ridotti.
“Non uso la mascherina, ma rispetto le regole del distanziamento sociale. La mascherina è importante se non si rispettano le distanze, per evitare l’infezione del virus”, dichiarava poco tempo fa il capo del dipartimento della Protezione Civile Angelo Borrelli.
Pochi giorni dopo, apan, ang Governatore della Regione Lombardia Attilio Fontana, in seguito all’ordinanza che rendeva obbligatorio l’uso della mascherina in tutta la regione, spiegava: “Nell’ordinanza abbiamo detto che ogni volta che ci si reca fuori dall’abitazione si devono adottare tutte le misure precauzionali consentite e adeguate a proteggere se stessi e gli altri dal contagio, anche utilizzando la mascherina. O, in subordine, utilizzando qualunque altro indumento per coprire il naso e la bocca”.
Posizioni “leggermente” distanti tra loro, come quelle di alcuni esperti.
Ad esempio, ang presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli ha detto: “Quello delle mascherine è un argomento in cui non esistono evidenze fortissime, sappiamo perfettamente che sono utili per prevenire il contagio da parte di un soggetto che alberga Covid-19 considerando anche l’esistenza di una quota di asintomatici infettanti. In questo possono essere di utilità, ma la misura fondamentale rimane quella del rispetto del distanziamento sociale”.
Più drastico Andrea Crisanti, responsabile del Dipartimento di Medicina molecolare dell’Università di Padova, che ha affermato: “Le mascherine sono fondamentali. Sarà meglio usarle anche in casa”.
In casa? Magari anche quando andiamo a dormire? Oppure quando siamo a tavola a mangiare? Chissà cosa voleva dire Crisanti con la sua “formidabile” affermazione…
Un mese fa l’Oms pubblicava una nota, rimasta al momento invariata, che in sintesi spiegava che “le mascherine sono utili per non diffondere il virus se indossate da persone malate e sono indispensabili per gli operatori sanitari”, ma invitava alla cautela rispetto all’uso generalizzato, sottolineando che “non ci sono sufficienti prove scientifiche del fatto che le mascherine aiutino una persona sana a evitare l’infezione”.
Sempre l’Oms ricordava come dovrebbero essere utilizzate le mascherine e con quali precauzioni aggiuntive (ad esempio il frequente lavaggio delle mani) e ammoniva sul falso senso di sicurezza che le mascherine potrebbero infondere.
L’Oms concludeva: “gli studi sull’influenza, sulle malattie simil-influenzali e sui coronavirus umani forniscono prove del fatto che l’uso di una maschera chirurgica possa prevenire la diffusione di goccioline infettive da una persona infetta a qualcun altro, ma esistono prove limitate che indossare una mascherina da parte di individui sani nelle famiglie o tra i contatti di un paziente malato o tra chi si trova in posti con altre persone possa essere utile come misura preventiva”.
Sa konklusyon, alla fine della fiera, ancora non si sa se la mascherina sia davvero utile, o se sia utile in qualche isolato caso, o se possa essere addirittura pericolosa per chi la indossa.
A favore della mascherina il virologo, più volte contestato sui social, Roberto Burioni: “Tutti dovrebbero portare la mascherina”. Decisamente pro mascherine anche i chirurghi, che in una nota congiunta di tutte le associazioni hanno sottolineato: “A seguito della riconosciuta efficacia dell’uso di coprire naso e bocca in caso di malattie a diffusione per via aerea si sollecitano tutte le Autorità e Amministrazioni a provvedere affinché ciò venga recepito dalla totalità della popolazione”. Ang commissario straordinario Domenico Arcuri ha avvertito: “Credo che per molto tempo molti di noi, se non tutti, ci dovremo abituare ad utilizzare questo strumento di protezione”. Ug bisan pa: “Dal momento che il nuovo coronavirus è diffuso ormai in tutta Italia, indossare la mascherina ogni volta che si entra in contatto con altre persone è di grande importanza per evitare la diffusione dell’infezione”, sostiene da sempre Giovanni Maga, direttore dell’Istituto di Genetica Molecolare del Cnr di Pavia.
Posizioni contrarie sono quelle del consulente del Ministro della Salute Roberto Speranza, l’igienista membro del board dell’Oms Walter Ricciardi, che nel giro di poche settimane è passato dal dichiarare “le mascherine non servono a niente per le persone non contagiate” ad ammettere “in questo momento sì” alla domanda se non fosse meglio che chiunque abbia la possibilità indossi la mascherina. Complice, ovviamente, il fatto che nel frattempo il numero dei casi era aumentato esponenzialmente. Tanto che anche il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro ha detto che “aiutano senz’altro a tutelarsi dal contagio”.
L’infettivologo David Heymann dell’Oms spiegava che: “indossare una mascherina è una delle misure di prevenzione che possono contenere il contagio di diverse malattie respiratorie virali, compresa il Covid-19. Apan, il solo uso della mascherina è insufficiente a fornire un adeguato livello di protezione, e altre misure dovrebbero essere adottate”.
E in una nota dell’Oms si legge: “attualmente non ci sono evidenze che indossare una mascherina da parte di una persona sana, anche in un contesto generale in cui si indossano universalmente, possa prevenire l’infezione di un virus respiratorio, compreso Covid-19”.
Da un articolo dal titolo “Saggio sul mascherino” del 20 Marso, a firma del dottor Salvatore Rainò, Internista e Immunologo Clinico, leggiamo: “Se una persona indossa il mascherino, la velocità dell’aria inspirata sarà rallentata. Il mascherino non aderisce perfettamente alle superfici del volto cui è appoggiata. Pertanto, nella depressione operata all’interno del mascherino, saranno attirati spifferi di aria non filtrata, che condurranno nella circolazione aerea, germi e particelle inquinanti, che ugualmente guadagneranno i polmoni. Ad ogni atto respiratorio, l’aria andrà avanti e indietro lungo le vie aeree, veicolando le corpuscolazioni in essa contenute. Queste corpuscolazioni, se il volume corrente è ampio e non è ostacolato, sono espulse all’esterno agevolmente. Se il soggetto indossa il mascherino, queste particelle saranno deposte sul versante interno del mascherino e saranno reinalate nuovamente un numero enorme di volte”.
L’articolo prosegue: “Questa è una grave alterazione della performance respiratoria, che altera la funzione speciale della respirazione, basata su una pulizia continua del letto respiratorio, possibile grazie al movimento libero dell’aria e alla regolazione della velocità dello stesso. Sa konklusyon, se l’aria inspirata contiene qualcosa che non è bene che guadagni il territorio dei polmoni, l’allontanamento di questo qualcosa è garantito proprio dalla libera escursione ventilatoria, senza nessun ostacolo. Nella vita normale, al di fuori di un periodo di museruola per tutti, il mascherino è impiegato in sala operatoria, dove previene l’immissione involontaria di germi nell’ambiente, per starnuti, colpi di tosse o respiri più corposi. Il mascherino è impiegato nei settori più delicati dell’allestimento degli alimenti, per gli stessi motivi della sala operatoria. Dugang pa sa, il mascherino serve a limitare fortemente l’inalazione di polveri sottili, fumi, impurità dannose, nel corso di lavorazioni particolari, apan, in questi casi, il mascherino è un dispositivo ben più complesso e costoso dei banali mascherini utilizzati nell’era dell’epidemia. Ai tempi della peste e delle grandi malattie di massa, il mascherino aveva una specie di becco di uccello, in cui la gente disponeva erbe aromatiche ricche di olii essenziali, canfora e altri prodotti, che potevano svolgere un’azione antisettica, apan, aggiungerei, anche irritante. Anche all’interno dell’albero respiratorio (...) vi sono numerose forme di vita, dai saprofiti, diciamo innocenti, ai patogeni, che vengono tenuti limitati dai vari meccanismi di difesa, la clearance mucociliare, il reclutamento del sistema immunitario locale, collegato con il network generale di sistema, la presenza di numerose sostanze ad azione antisettica, come il lisozima e altri mediatori umorali molto potenti. Tale sistema locale funziona in condizioni ideali, diciamo nella norma, ma la presenza del mascherino per tempi prolungatissimi è una nuova condizione, che genera situazioni cui l’essere umano non è abituato. I fattori sconvenienti sono il ristagno dell’aria, la variazione del tasso di vapor acqueo, l’intrappolamento dei suoi costituenti che, invece di essere scaraventati fuori con il respiro libero, restano a verniciare, avanti e indietro, le mucose respiratorie per un tempo abnormemente lungo, l’incremento della temperatura locale, che potrebbe incidere sulla crescita di microrganismi a livello aereo. Per tali ragioni, è ipotizzabile anche lo sviluppo di agenti patogeni opportunisti, cioè anche di saprofiti, che prendono il sopravvento e diventano pericolosi, come alcuni miceti, ad esempio”.
“Dulcis in fundo, questi soggetti possono inalare piccole quote di virus, anche il Coronavirus, che invece di essere scaraventate fuori dall’espirazione, restano a poter svolgere un’azione patogena in distretti più profondi, che magari non riuscirebbero a svolgere. (...) Il sistema respiratorio che ho descritto è una macchina perfetta per disattivare, prima di tutto in loco, qualunque noxa patogena, a patto che il sistema sia libero di funzionare alla perfezione. Il mascherino compromette pesantemente le dinamiche fisiologiche dell’attività respiratoria”. E infine: “ritengo, alla luce delle considerazioni scientifiche svolte che il mascherino apra dei problemi che forse non esisterebbero, diversamente. Per non considerare che il suo uso è come un rituale espletato in pubblico, per strada, nei locali pubblici, apan, in casa, misteriosamente si vanifica. Aggiungiamo che l’obbligo di restare in casa, che è un ambiente confinato, impone un anomalo e forzoso scambio di agenti patogeni respiratori e non solo. Ciò può facilitare tutte le infezioni, ma soprattutto quella da Coronavirus. Sa pagkatinuod, ovviamente, per dati di fatto incontrovertibili, se il virus entra nell’ambiente domestico, con le misure coercitive che sono in atto, il rischio di contagio è enormemente più alto che vi fosse la libertà di andare in giro, sia pure con una serie di cautele”.
Unya, in conclusione: mascherina sì o mascherina no?
Purtroppo è obbligatoria, e non siamo in grado di poter decidere noi stessi della nostra vita. La dobbiamo indossare per forza, sperando solo di non “beccarci” qualche altra patologia ben peggiore del Covid-19.
Ma tutto questo, si sa, fa parte della “democrazia”…
Matt Lattanzi
Gikan sa gidaghanon 294 – Anno VII del 6/5/2020
This slideshow requires JavaScript.
Follow us!