Madonnari a Firenze: un’arte vecchia di secoli
Da una statistica risulta che a Firenze tra i più fotografati dai turisti oltre ai monumenti con il bollino doc, dal David di Michelangelo a la cupola del Brunelleschi, ci siano anche i Madonnari che in giro per il mondo si trovano ad essere menzionati da molti secoli.
Si tramanda infatti che i pellegrini spesso per sostenersi si fermavano sui sagrati delle chiese dove riproducevano madonne e volti sacri e profani di riconosciuti geni universali quali Leonardo, Caravaggio, Antonello da Messina, Raffaello con la Velata e le sculture di Michelangelo,
A Firenze per quel corridoio di “casa mia” spesso li incontro all’ opera intenti in via Calimala, strada che, cominciando da piazza della Repubblica arriva fino alle Logge del mercato Nuovo.
Di diversa nazionalità intenti dalla mattina fino a sera a tracciar prima la bozza i segni, a limitare gli spazi per poi dargli, con i colori, volume ed espressione.
Son perfetti nell’usare i gessi per riprodurre capolavori e talvolta con estro e maestria vi inseriscono elementi contemporanei come dietro la Gioconda: il palazzo Vecchio, Santa Maria Novella, Ponte Vecchio e persino piazza del Duomo.
Son maestri che dipingono in ginocchio, maestri che grazie ad una profonda capacità nel disegnare e nel colorare riescono a far parlar gli occhi dei volti: sguardi vivi sull’asfalto che dal lavoro dei madonnari vien nobilitato in quegli spazi qui a Firenze racchiusi da linee di ottone dorato!
Segno, disegno, forme e colore chiaroscuri, effetti trompe-loeil, il saper giocare con la prospettiva di grandi dipinti, il saper far scultura su una superficie piana rivivono sulla strada nell’atto creativo che giammai si ferma e che continua a nobilitar l’uomo ad elevarlo!!
Si diventa madonnari per quella voglia di dialogo con la gente in una esperienza del mondo nel mondo.
Mi racconta uno di loro, Tommaso: “Ho provato a fare il Madonnaro per gioco, volendo dare un’altra risposta all’uso delle mie mani che disegnano. Già, perché riuscire a dare valore al mio disegno è anche questo, sfidare le varie possibilità offerte da questa meravigliosa arte che è una profonda espressione di sé. Credevo di non poter riuscire a coprire uno spazio così grande, in così poco tempo, e con tanta bellezza come avevo visto dai miei (ormai) colleghi. La seconda ragione che mi ha spinto a disegnare per terra è la possibilità di avere un pubblico attivo che risponde immediatamente al mio creare, così mi permetto di coinvolgere le persone, in particolare i bambini, a interagire con il disegno offrendo la possibilità anche a un turista o a chiunque passa da via Calimala, di disegnare nel centro di Firenze, a contatto con la realtà che la strada offre. Ogni volta che è il mio turno per lavorare con le mani mi emoziono all’idea di quante persone posso incontrare e riuscire, nel mio piccolo, a regalare un’emozione anche agli altri. Il regalo più bello che mi possono fare è ringraziarmi per quello che a mia volta regalo alla città con la mia effimera opera”.
Tre spazi dell’ ampiezza di m 2,40 per 2,70 delimitati da strisce d’ ottone dove tre madonnari a turno, secondo una alternanza decisa dal Comune, lavorano 10 ore al giorno e dove intorno gli spettatori sono di ogni età i bambini spesso sentono il desiderio di prendere in mano quei gessi e tracciano disegni, casette illuminate dai raggi di un sole rotondo o addirittura principesse con tanto di corone…. o fiori i giovani e quelli più in là con gli anni scrivono con i gessi GRAZIE GRAZIE in ogni lingua e dialetto!
Carmelina Rotundo
Dal numero 245 – Anno VI del 10/4/2019
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