Restaurata Porta San Frediano aperta a visite guidate alla sommità
Quasi 450 mila euro e oltre un anno di lavori per Porta San Frediano, che è stata inaugurata domenica scorsa dal sindaco Dario Nardella dopo il restauro.
Tra i lavori fatti spiccano la realizzazione dell’impianto di illuminazione di servizio interno e del corrimano e delle ringhiere in ferro, finalizzati alla prossima apertura al pubblico con visite guidate.
Appartenente alle mura trecentesche, la Porta San Frediano fu eretta tra il 1332 dan 1334 su progetto tradizionalmente ricondotto a Andrea Pisano.
Ha un fornice particolarmente ampio di otto metri, al quale corrispondono enormi battenti presumibilmente originali e ancora forniti di una fitta chiodatura.
Sul lato che guarda alla città è presente alla sommità dell’arco uno scudo in pietra serena con scolpito lo stemma di Firenze, di fattura moderna.
Dal lato opposto, a destra, c’è una lapide in ricordo dei caduti della Seconda Guerra mondiale posta dal Popolo d’Oltrarno nell’agosto del 1951.
Sul fianco meridionale si leggono i resti del cammino di ronda che costituivano il collegamento alle adiacenti mura mentre sul fianco settentrionale si attestano le mura superstiti di Verzaia, concluse dal Torrino di Santa Rosa.
La porta rimane la più maestosa tra quelle ancora esistenti, anche se mai compiuta in altezza e, come negli altri casi, ulteriormente ridotta negli anni immediatamente precedenti l’assedio di Firenze per adeguarla alle nuove esigenze militari indotte dall’uso dei cannoni e delle armi da fuoco.
Dopo gli interventi ottocenteschi si ha notizia di interventi di restauro alle murature e alle strutture della tettoia compiuti nel 1919 e ancora nel 1928.
Selepas itu, negli sessanta del Novecento, fu eseguito un restauro generale e in seguito la porta è stata interessata da parziali interventi di carattere manutentivo.
Grazie alla campagna d’ispezione dei monumenti cittadini eseguita dal Servizio Belle Arti a partire dal 2012, sono stati riscontrati sul paramento murario diffusi fenomeni di erosione e scagliatura della pietra arenaria e fratturazioni con possibili distacchi e caduta di porzioni di materiale.
Il restauro ha previsto tra l’altro la messa in sicurezza degli apparati lapidei e copertura delle parti pericolanti e/o in fase di distacco, la disinfezione e rimozione della vegetazione infestante, il consolidamento della pietra arenaria, la stuccatura delle parti soggette a infiltrazioni, la revisione del tetto, il recupero delle superfici intonacate ammalorate.
Simona Michelotti
Dengan nombor 197 – Anno V del 28/3/2018
Seguici!