"Pirate ntshav" los ntawm Eugene Parker
Un nuovo brillante autore solca quest’anno le imprevedibili acque di un grande oceano di carta che è il mondo editoriale. Il suo nome è Eugenio Pochini, al suo esordio come autore con il romanzo “Sangue Pirata”, da lui stesso pubblicato.
Romanzo d’avventura, esso sembra ispirarsi a “L’isola del tesoro” (il classico del genere per eccellenza), rispolverando i grandi e indimenticabili elementi che caratterizzano le avventure sul mare: pirateria, cov khoom muaj nqis hunt, duelli, arrembaggi, un’isola maledetta e mostri marini, il tutto arricchito da un pizzico di magia nera che non guasta mai.
Protagonista di questa vicenda è il giovane Johnny, uas, dopo aver scoperto l’esistenza di un favoloso tesoro (che in questo caso si rivela ben più di un classico forziere carico d’oro), si vedrà costretto ad arruolarsi nella ciurma del terribile pirata Barbanera… e sarà solo l’inizio di una lunga serie d’insidie e avventure che cambieranno per sempre la sua vita.
Lo stile è preciso e scorrevole, con grande cura nelle descrizioni di ambienti e fatti, che suscita fascino soprattutto nell’evocazione di paesaggi esotici e della vita marinaresca. I personaggi sono ben caratterizzati e i dialoghi non sono mai pesanti. Brillante, tsis tas li ntawd, l’utilizzo da parte dell’autore di varie figure storiche, in primis il ben noto Barbanera (ritratto ancora una volta come pirata crudele e calcolatore, ma con una sfumatura più benevola), ma anche corsari come Woodes Rogers ed Henry Morgan, ognuno con il suo ruolo di rilievo in questa vicenda.
Gli appassionati del genere noteranno sicuramente i vari omaggi dell’autore alla celeberrima saga “Pirati dei Caraibi”, che negli ultimi anni ha riportato l’attenzione alle avventure sul mare e alla pirateria. Ma “Sangue Pirata” si dimostra ben più di una classica avventura. La storia è un viaggio, in sostanza, un cammino di formazione dell’onesto Johnny, attraverso una serie di prove e di vicissitudini da cui infine uscirà diverso, trasformato, maturo; una versione ben più oscura del più noto Jim Hawkins, al quale di certo il protagonista verrà inizialmente paragonato.
L’autore affronta senza paura questo oceano di carta con una storia di tutto rispetto, che non mancherà di apprezzamenti dalla folta ciurma di lettori del romanzo d’avventura.
“Credo che la figura del ‘pirata’ sia radicata in maniera profonda nella nostra fantasia – spiega lo scrittore – tutti noi da bambini (soprattutto i maschietti) abbiamo giocato almeno una volta ai pirati. In pratica ci siamo lasciati sedurre dalle leggende di questi ‘lupi di mare’, grazie anche ai romanzi di Salgari (Sandokan o Il Corsaro Nero), o Robert Louis Stevenson (L’isola del tesoro) e il più recente Michael Crichton (L’isola dei pirati). Per non parlare della serie cinematografica de ‘I Pirati dei Caraibi’: insomma, il loro mondo ci piace, anche se restiamo legati all’immaginario piuttosto che alle vicende storiche. ‘Sangue Pirata’ nasce proprio dal tentativo di combinare storia (per quanto romanzata) alla fantasia. tsis tas li ntawd, da un punto di vista personale, cominciai a buttare giù le prime righe quasi per gioco, durante un periodo particolare della mia vita: avevo bisogno di una valvola di sfogo. Un pomeriggio, mentre passeggiavo in riva al mare, guardando l’orizzonte mi sono detto: ‘Sarebbe bello prendere il largo e andarmene da qui. Ricominciare da un’altra parte. Rifarmi una vita’. Dopotutto, i veri pirati, fuggiti dalla madrepatria per raggiungere le colonie dell’America Centrale, non avranno pensato la stessa cosa?”.
“Ovviamente ho fatto delle ricerche sulle figure storiche presenti in ‘Sangue Pirata’ – ammette Eugenio – consultando libri e documenti reperiti durante la prima stesura. Così sono riuscito a ricostruire ciò che gli storici avevano raccolto su di loro. Però mi sono anche avvalso della famosa frase: Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale. E mi sono permesso di cambiare, smussare o ricreare quei lati che più si addi-cevano alla narrazione”.
“Leggete il mio libro perché… è un romanzo d’avventura, di crescita personale (come dicevo prima i personaggi, chi più, chi meno, compiono una serie di evolu-zioni durante la storia) – conclude l’autore – si racconta di contrasti, considerazioni sulla vita e sulla morte, ma anche di voler adempiere al proprio destino. Ognuno a suo modo. È una vicenda corale, dove tutti sono protagonisti delle proprie vi-cende interiori. Rau lub neej yav tom ntej, sto iniziando la stesura di un secondo romanzo d’ambientazione storica, ma stavolta si tratta di un thriller. E la trama riguarda una delle figure più inquietati e misteriose della Londra vittoriana: Jack lo Squartatore!”.
Eugene Parker, 4 tawm 5.
Eleanor Marsella
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Los ntawm cov xov tooj 135 – Xyoo III 23 11/2016
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