Santa Maria delle Grazie: un Oratorio fiorentino dal ’300 a oggi
Il libro “Santa Maria delle Grazie. Un oratorio fiorentino dal ’300 a oggi”, editt ta POLISTAMP, 176 paġni, 14 euro, nasce come strumento per far conoscere in modo più approfondito l’antico Oratorio, posto sulle sponde del fiume Arno, a due passi dal centro storico e dal Ponte Vecchio, ma soprattutto da quel Ponte alle Grazie dove anticamente, in una delle celle, era conservata l’immagine miracolosa della Madonna.
La “Madonna delle Grazie” infatti, fin dall’inizio della sua fondazione (XIV sec.), ha sempre rappresentato per Firenze un punto di riferimento importante, tanto da dare il nome al ponte; fede e arte hanno insieme esaltato questo luogo dedicato alla madre celeste che qui tante grazie ha elargito, ad indicare la particolare benedizione e protezione di Maria sugli abitanti di Firenze, soprattutto dalle alluvioni.
Non a caso qui si celebra da ben 20 sena, per iniziativa di Firenze Promuove, ogni 4 Novembru, il ricordo delle vittime della tragica alluvione del 1966 e si rinnova la richiesta di protezione da parte della Madonna.
Il libro, che contiene una nutrita raccolta di saggi, oltre alla presentazione del Cardinale Arcivescovo Giuseppe Betori, si apre con il testo di Paola Massalin sulle origini e la storia dell’Oratorio, ricostruita anche grazie alle carte inedite conservate nell’archivio Alberti di Biella, che da 600 anni fa parte della storia della città di Firenze.
Seguono i saggi sulla storia architettonica della cappella e del contesto urbano, firmati da Eugenia Valacchi e Giampaolo Trotta, che ha dedicato una parte del suo scritto ai numerosi restauri avvenuti dopo le periodiche piene dell’Arno; a seguire quello di Licia Bertani, su l’affresco della Madonna, le decorazioni pittoriche, la figura di San Giuseppe e la Compagnia della Buona Morte, mentre Riccardo Lorenzini si concentra su l’organo.
Beatrice Pucci e la famiglia Casini ricordano invece le figure di monsignor Fosco Vandelli e di monsignor Leto Casini, rettori dell’Oratorio.
L’ampio volume si conclude con la scheda di Piero Frizzi su gli ultimi restauri, effettuati nel 2009.
Franco Mariani
Min-numru 165 – Anno IV del 28/6/2017
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