Sesto Fiorentino: riapre la tomba etrusca della Montagnola
Riapre al pubblico la tomba etrusca della Montagnola grazie all’accordo di valorizzazione tra Soprintendenza e Comune di Sesto Fiorentino con il quale, grazie anche alla collaborazione della Pro Loco, il monumento di Quinto Alto tornerà accessibile al grande pubblico.
A partire da maggio, i volontari della Pro Loco garantiranno l’apertura nelle mattine di sabato e di domenica, accompagnando i visitatori all’interno della tomba; aperture ulteriori sono previste per le scuole e in occasione di eventi e iniziative speciali.
Con la riapertura della Montagnola prende corpo la realizzazione del “Percorso archeologico dello Zambra”, che comprenderà, dopo alcuni interventi di restauro e valorizzazione, anche la tomba della Mula, l’acquedotto romano e la necropoli di Palastreto.
“Riaprire la Montagnola era un impegno prioritario per la nostra amministrazione – afferma il sindaco di Sesto Fiorentino Lorenzo Falchi – La Montagnola rappresenta un tesoro che vogliamo valorizzare in maniera organica con gli altri monumenti di interesse storico, archeologico e paesaggistico presenti nella stessa area. Con la firma di oggi compiamo un primo passo essenziale verso la creazione di un sistema turistico-culturale che metta la nostra città in connessione con i percorsi esistenti nell’area metropolitana, attirando visitatori e facendo conoscere la bellezza del nostro territorio attraverso il racconto del suo passato”.
“Di questo accordo è importante sottolineare la sinergia tra l’Amministrazione statale e quella comunale grazie alla quale arriviamo non solo alla riapertura di un monumento, ma anche al coinvolgimento di un’associazione locale come la Pro Loco – dichiara Andrea Pessina, Soprintendente per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Firenze e per le provincie di Prato e Pistoia – Sotto l’occhio vigile della Soprintendenza, restituiamo ai sestesi un monumento che è parte della loro identità e questo è un fatto di grande rilievo. Il ruolo della Soprintendenza sarà quello di vigilare e fornire supporto storico e scientifico, soprattutto per quello che riguarderà eventuali operazioni di restauro, come nel caso dell’acquedotto romano”.
La tomba monumentale della Montagnola, scoperta nel 1959, risale al VII secolo a.C. ja, insieme a quella della Mula, rappresenta il migliore esempio di tomba a tholos del periodo etrusco orientalizzante dell’Etruria settentrionale. Con le tombe Torrigiani e Solaria, oggi perdute, era parte di una necropoli di importanti e ricche famiglie principesche etrusche, posta sul lato sinistro dello Zambra.
La struttura della tomba della Montagnola ricorda le grandiose tombe micenee, con la falsa cupola a lastre aggettanti e l’imponente dromos (corridoio d’accesso lungo quattordici metri) che porta alla sala funeraria circolare, del diametro di cinque metri.
La Montagnola è sormontata da un grande tumulo di circa settanta metri di diametro.
A monte delle tombe della Mula e della Montagnola, sempre sulla riva sinistra dello Zambra, si trova la necropoli di Palastreto, scavata a partire dalla metà degli anni Sessanta. Si tratta della più antica necropoli del territorio fiorentino, con tombe a pozzetto al cui interno erano contenuti ossari e cinerari villanoviani (VIII secolo a.C.).
I resti dell’acquedotto romano, in pietrame misto a calcestruzzo, risalgono al II secolo e sono situati sempre sulla riva destra dello Zambra, all’interno dell’area denominata “Parco degli Etruschi”. L’acquedotto era posto a servizio della città di Florentia, verso la quale convogliava le acque provenienti dalla località La Chiusa in Val Marina.
Matt Lattanzi
Alates number 153 – Anno IV del 29/3/2017
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