Raug rho tawm haujlwm rau daim Betori: Mus sib hais plaub txog kab lus uas 3 xyoo thiab 5 lub hli
Txawm hais tias tsis muaj cuab kev los vim li cas thiab, tshwj xeeb, non si sia trovata l’arma del delitto, per i Giudici – Presidente Esposito – Elso Baschini, 77 xyoo, Thiab, come stabilisce la Legge, per la sua età non dovrebbe nemmeno stare in carcere, continua ad essere l’unico responsabile dell’agguato al Cardinale di Firenze Giuseppe Betori e al ferimento, con pistola, del segretario don Paolo Brogi, avvenuto in Curia la sera del 4 Kaum ib hlis 2011.
Tuttavia per i Giudici della Corte d’Appello di Firenze, il Baschini non voleva uccidere nessuno, né tantomeno rapire qualcuno, da qui la derubricazione da tentato omicidio a lesioni volontarie, con la riduzione di pena da 12 xyoo thiab 6 mesi a 9 anni e un mese di reclusione.
La difesa – avvocato Cristiano Iuliano, a cui per l’appello si è unita l’avvocato Stefania Siciliano – aveva chiesto l’assoluzione per Baschini, e in alternativa gli arresti domiciliari, visto che l’anziano uomo si trova in carcere dal dicembre 2011.
In merito ai domiciliari la Corte, nonostante il rifiuto del Procuratore Generale, Vilfredo Marziani, che si è opposto al provvedimento, e che aveva chiesto la conferma della sentenza, con il consenso invece delle parti civili, ovvero di Betori e don Brogi, si è riservata la decisione entro cinque giorni.
“Da parte della Curia – ha detto l’avvocato Paolo Ghetti, legale dell’Arcivescovo di Firenze – non c’è mai stato alcun accanimento verso Baschini e se la Corte riterrà di concedergli i domiciliari da parte nostra non ci sono elementi ostativi”.
Eppure nonostante gli appelli di Baschini al Papa, al Presidente della Repubblica, a Matteo Renzi, a vari Magistrati, e allo stesso Cardinale per chiedere aiuto e denunciare le disumani condizioni carcerarie a cui è sottoposto, il Cardinale Giuseppe Betori non ha mai interceduto – come mi ha confermato l’avvocato Ghetti – presso le Autorità competenti a favore del Baschini, che aveva, e ha, diritto di stare agli arresti domiciliari.
Per Ghetti “La ricostruzione dell’accusa è stata confermata, l’unico elemento di differenza è la valutazione delle intenzioni di Baschini: secondo i Giudici di Appello non c’era la volontà di uccidere ma solo quella di procurare un danno. Ritengo questa interpretazione possa essere condivisibile”.
Nessun commento invece dai difensori di Baschini, che hanno detto di attendere le motivazioni, ma che oggi speravano in un miracolo.
“Tutti gli elementi acquisiti – ha spiegato il PG Marziani – conducono all’imputato. Le ragioni dell’agguato? Io penso che siano banali, non bisogna andare a cercare complotti internazionali. Voleva uccidere? L’intenzionalità di ferire quasi a morte è un dato eclatante”.
La sentenza di oggi riconferma che questo è stato, e rimane tutt’ora, un processo sui generis, per i motivi di cui sopra, che però ha dato modo alla Procura fiorentina di mettere il naso – cosa che desiderava da tanto tempo – negli affari interni della Curia di Firenze, mettendo, per diversi mesi, sotto controllo le utenze telefoniche, fisse e cellulari, non solo del Cardinale Betori e di don Brogi, ma anche di altre persone della Curia, estranee all’episodio dell’agguato, quali il Vescovo Ausiliare Maniago, fino a sacerdoti diocesani, quali, Piv txwv li,, don Daniele Rialti.
Di questo si lamentò il Cardinale Betori, un mese dopo, durante un udienza privata in Vaticano, con Papa Benedetto XVI che il mese successivo annunciò la nomina a Cardinale di Betori, mettendolo così a riparo da altre indagini dalla Magistratura godendo i Porporati di uno status giuridico particolare grazie al Concordato.
Non a caso oggi lo stesso legale di Betori ha ricordato – quasi come una denuncia ai Giudici d’Appello – che il Cardinale fu sottoposto, per ben due ore, ad un duro interrogatorio dalla PM Mione, interrogatorio che molte scosse, per la veemenza e l’aggressività, lo stesso Betori, che mai si è tirato indietro davanti alle indagini rispondendo sempre alle domande.
Un processo del genere in America avrebbe scatenato le reazioni delle associazioni e dei movimenti per i diritti umani, oltre che dei mass media, Xwb, qui da noi, nyob rau hauv ltalis, e soprattutto a Firenze, tutta la fase processuale si è svolta nella più incompleta indifferenza generale, andando ad allungare quel fitto elenco di misteri italiani/fiorentini.
Frank Mariani
Los ntawm cov xov tooj 52 – Xyoo II 18/02/2015
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