“Un bardotto purosangue” di Luca Carbone

Un-Bardotto-purosangue“Un bardotto purosangue” è la seconda opera letteraria autoprodotta dello scrittore Luca Carbone.

Non lasciamoci ingannare dal titolo, ovviamente il romanzo non tratta di asini e nemmeno di muli o per l’appunto di bardotti, ma utilizza le caratteristiche di questo animale come metafora dell’uomo a cui tale soprannome viene attribuito, facendo diventare questo modo di fare la chiave del vivere una delle vite più ampie possibili; perché come dice lo stesso autore, “un cavallo nasce purosangue, il bardotto, che è un incrocio tra un cavallo ed un’asina, deve conquistarsi il titolo e per farlo ha solo una vita, o quasi”.

Il “QUASI”, per l’appunto, è il concetto fondamentale dell’opera insieme al “TEMPO”.

Ognuno di noi, leggendolo, non può che rispecchiarsi nel protagonista e vivere passo dopo passo le sue stesse emozioni, riflessioni e perché no, trovare un punto di riferimento.

La bellezza è nel “QUASI” e anche la soddisfazione dovrebbe arrivare dal “QUASI”, concetto che, ai nostri giorni, è andato scomparendo lasciando spazio al “TUTTO”, dimenticandoci spesso che, tutto è uguale a niente.

Il “TEMPO” è l’altro concetto chiave, ed è proprio persi nella lettura, che ci sfiora come una brezza fresca in piena estate l’idea che il tempo ha solo l’importanza relativa che ad esso si addice.

“Dovremmo tutti diventare cacciatori di eventi e non passare il tempo a contare il tempo”. Questo è il regalo dell’autore per la sua e per la nostra vita.

Consiglio questo libro a tutti per diverse ragioni, è un libro interessante ed innovativo, non mi vengono in mente altri libri del genere, la scrittura è scorrevole e avvincente; ma soprattutto vi accorgerete che non si tratta solo della mera narrazione di una storia, ma l’augurio di una nuova consapevolezza. Come dice lo stesso autore: “Io posso farti solo la promessa che il tuo tempo, sia che esso sia scandito da un orologio, da un libro o dal suonare di una sveglia, non sarà sprecato, Действительно, si espanderà nella vita di chi si racconta e ci insegna come dilatarlo: Bardotto”.

Roberta Marincioni
По номеру 119 – Anno III del 6/7/2016

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