Zitti e Buoni! I Maneskin vincono il Festival di Sanremo
I Maneskin vincono il Festival di Sanremo. Sono giovanissimi i quattro componenti del gruppo rock italiano formatosi a Roma nel 2015, diventati famosi in seguito alla partecipazione all’undicesima edizione di XFactor; e hanno vinto come speravo.
Diciamolo, è una vera e propria rivoluzione, è come se nel 1983 avesse vinto Vasco Rossi con “Vita spericolata”, anche se ci siamo arrivati parecchi anni dopo…
È il nuovo che avanza, perché con i Maneskin è tutto davvero cambiato, suoni duri e parole graffianti, musica che fa sobbalzare; ho seguito il festival anche su Twitter e tutti i tweet erano per loro e per la giovanissima Madame (premiata come miglior testo del festival) e questo è stato il festival più social di sempre, e il tam tam sul televoto ha fatto la differenza.
Primo festival – e speriamo l’ultimo – senza pubblico in sala per via del covid, ma la musica è ripartita, perché diciamocelo: un mondo senza musica vi piacerebbe?
Il mondo è musica, e Sanremo è un palco che dà una enorme visibilità, dietro ogni cantante che si esibisce ci sono sogni, emozioni, delusioni e lacrime.
Di questo Sanremo ricorderò le cinque serate fino a tarda notte, le performance di Achille Lauro, i Negramaro che omaggiano Lucio Dalla interpretando magistralmente una delle sue canzoni più belle, l’Oriettona nazionale con i suoi outfit versione Ariel senior che va al backstage dei Maneskin per scusarsi di averli chiamati Naziskin, che viola il coprifuoco per ritirare i vestiti dalla sarta e viene inseguita dai carabinieri; una di noi, e infine allaga la camera dell’hotel per mettere a bagno i fiori che le hanno regalato sul palco dopo l’esibizione…
Geniale.
E come ha detto Ornella Vanoni, è vero che il pubblico in sala non c’è, ma dietro la telecamera sì che c’è, e noi cantiamo per loro; e gli ascolti per tutte le serate sono stati altissimi!
Forse tra qualche mese molte delle 26 canzoni in gara non le ricorderemo più, come spesso accade, ma i Maneskin rimarranno, e non saranno una meteora.
P.S. Il mio mood quando non ho voglia di fare qualcosa, da ora sarà: “Non posso, sono una statua di Achille Lauro”, oppure la frase del testo di Zitti e Buoni: “Sono fuori di testa ma diversa da loro”.
Sempre vostra.
Silvana Scano
Par le nombre 332 – Anno VIII del 10/3/2021
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