Intervista al Prof. Paolo Blasi – Avepro
Il Prof . Paolo Blasi è stato Membro del Consiglio Superiore della Banca d’Italia, membro del Board della United Nations University, membro del Comité National d’Evaluation (CNE).
Già ordinario di Fisica generale, nella Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali e Rettore dell’Università di Firenze dal 1991 al 2000. Presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) dal 1994 al 1998. Membro del Board dell’International Association of Universities dal 1995 al 2004 e membro dell’European Research Advisory Board dal 2001 al 2004.
La sua attività di ricerca scientifica si è concentrate sulle proprietà del nucleo atomico e sulle relazioni tra I nuclei.
Premiato con il titolo onorario di Doctor of Humanae Letters dalla New York University nel 1997 e dalla University of Arizona nel 2003. Premiato con il Sir Harold Acton Award dalla New York University nel 2000. Premiato con il conferimento del titolo di Chevalier de l’Ordre National de la Lègion d’Honneur dal Presidente della Repubblica Francese nel 2000.
Si può considerare il padre de l’Agenzia della Santa Sede per la Valutazione e la Promozione della Qualità delle Università e Facoltà Ecclesiastiche (AVEPRO), eretta dal Sommo Pontefice Benedetto XVI con Chirografo del 19 settembre 2007.
E’ membro del Consiglio Direttivo per nomina papale dall’Ottobre 2009.
Avepro è una Istituzione collegata con la Santa Sede, a norma degli artt. 186 e 190-191 della Costituzione Apostolica Pastor Bonus. Il compito dell’Agenzia è promuovere e sviluppare una cultura della qualità all’interno delle istituzioni accademiche direttamente dipendenti dalla Santa Sede e di assicurare loro criteri qualitativi validi a livello internazionale.
L’adesione della Santa Sede al Processo di Bologna – avvenuta il 19 settembre 2003 durante l’incontro dei Ministri per l’Istruzione dell’Unione Europea a Berlino – è stata determinata anche dall’intento di perseguire e realizzare alcuni obiettivi previsti nell’ambito del Processo di Bologna, tra i quali:
- Rispetto per le specificità e diversità dei vari ordinamenti universitari;
- Creazione di uno Spazio comune dell’istruzione superiore che favorisca il coinvolgimento delle Istituzioni Universitarie in una dimensione internazionale;
- Attenzione alla qualità come valore intrinseco e necessario per la ricerca e l’innovazione in ambito universitario.
L’Agenzia collabora con le istituzioni accademiche nella definizione delle procedure di valutazione interna della qualità nell’insegnamento, nella ricerca, nei servizi, tramite lo sviluppo e l’uso di adeguati strumenti operativi (linee guida, questionari, banche dati, reti informative ecc). Pianifica, inoltre, le procedure di valutazione esterna delle singole istituzioni accademiche, organizzando visite di esperti in loco.
Nel rispetto dell’autonomia in cui svolge la propria attività, l’Agenzia lavora in collaborazione con tutti i soggetti interessati alla vita e al progresso delle Università e Facoltà ecclesiastiche: le istituzioni stesse, la Congregazione per l’Educazione Cattolica, le conferenze episcopali, tutte le autorità internazionali, nazionali e regionali e tutti coloro che lavorano nelle varie diocesi dei paesi dove hanno sede le istituzioni accademiche ecclesiastiche.
Prof. Blasi, lei fa parte di Avepro, agenzia di valutazione della Santa Sede sulle Università, ma se oggi questa agenzia è attiva lo si deve a lei. Come e quando nasce Avepro?
“Nel 2003 fui convocato in Vaticano dal Cardinale Grocholewski per spiegare a un gruppo di Cardinali, in che cosa consisteva il Processo di Bologna al quale io avevo partecipato direttamente come Presidente della Conferenza Italiana dei Rettori e come vice-Presidente di quella Europea. Una lunga relazione, circa 2 ore, spiegai loro in che cosa consisteva questo Processo, perché i Cardinali erano interessati a capire se anche il Vaticano era utile che entrasse nel Processo di Bologna. Maturarono questa decisione positiva un po’ di tempo dopo e, entrare nel Processo di Bologna, voleva dire anche accettare quelle che erano le prescrizioni, cioè avere delle valutazioni periodiche per le Istituzioni superiori del Vaticano. E quindi, è nato così Avepro cioè l’Agenzia per la Valutazione delle Università Cattoliche in Europa e sono stato chiamato a farne parte nel Direttivo. Il Direttivo si riunisce una volta l’anno e ha elaborato le linee che devono essere seguite dalle singole Università per l’autovalutazione. Quest’autovalutazione, viene poi valutata da degli esperti che di volta in volta vengono nominati e che fanno una relazione che viene riportata ad Avepro. E’ stato riconosciuto che il Vaticano si sta comportando come gli altri Paesi e quindi questo favorisce soprattutto la mobilità degli studenti tra un’Università e l’altra, con vantaggi sia per le Università pubbliche che quelle Cattoliche”.
Cosa l’ha colpita in particolare di questa sua speciale missione vaticana?
“Io ho partecipato anche come esperto alla valutazione dell’Istituto Cattolico di Parigi che è un’Università di fatto, anche se dopo Napoleone non si può parlare di Università Cattoliche in Francia, ed è stato molto interessante perché da una parte in quest’Istituto i corsi di Diritto Canonico, di Teologia ecc, e di Filosofia, sono seguiti anche da molti studenti che sono iscritti ad un’altra Università. Quello che ho notato, è che è necessaria una maggiore integrazione tra la Filosofia, la Teologia, l’Economia ecc. Ecco, questo credo che sia un compito proprio specifico delle Università Cattoliche”.
Lei che nel mondo universitario è una autorità riconosciuta, che cosa si augura, anche come Cattolico, in questo settore per la Chiesa Cattolica e per la Santa Sede?
“Io credo che importante sia, da un punto di vista culturale, soprattutto, che l’uomo venga considerato una persona umana in tutte le sue dimensioni, quindi non solo nella dimensione economica o comunicativa, ma anche in quella spirituale. La ricostituzione dell’unità della persona umana, è secondo me, un passo puntuale molto importante perché nel mondo, i valori fondanti, vengano riaffermati e quindi mi auguro che l’impegno della Santa Sede non venga mai meno, ma anzi venga sempre di più rafforzato, portando anche il suo bimillenario contributo umano,sociale e scientifico”.
Franco Mariani
Dal numero 1 – Anno I del 15/01/2014
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