Al Teatro della Pergola in mostra il genio della Bottega Filistrucchi
Una mostra al Teatro La Pergola di Firenze, “Zeffirelli Filistrucchi, memorie di un sodalizio artistico”, celebra, От 28 Март, e fino al 16 Апрель – per poi continuare fino al 18 maggio nelle sale espositive dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze -, il recupero dell’archivio Filistrucchi, storica bottega fiorentina, Начиная с 1720, di parrucche e trucco, passata di padre e figlio fino ai giorni nostri.
Il fascino e la maestria di questi artigiani ha stregato anche il noto giornalista Osvaldo Bevilacqua che è venuto a Firenze per documentare con la sua troupe i loro segreti, segreti che saranno mandati in onda nella trasmissione Sereno Variabile Суббота 17 maggio alle ore 17 su Rai 2, che racconterà non solo l’attività dell’azienda ma anche i retroscena, gli aneddoti e il percorso espositivo della mostra.
Figurini, fotografie, буквы, programmi di sala, locandine e accessori varo raccontano i momenti della carriera teatrale del Maestro Franco Zeffirelli attraverso il sodalizio con la storica Bottega fiorentina di parrucche e trucco Filistrucchi.
Una mostra, con più di 100 reperti, promossa e organizzata da Associazione Osservatorio dei Mestieri d’Arte con la collaborazione dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e della Fondazione Teatro della Pergola, curata da Monica Gallai, che per 5 anni ha lavorato al recupero e alla catalogazione dell’intero patrimonio dell’antica Bottega.
La mostra racconta una storia professionale e di amicizia che affonda le radici nello scorso secolo, quando Pietro Filistrucchi lavorando nel vivo contesto teatrale fiorentino degli anni Quaranta – dove accanto al festival del Maggio Musicale fiorivano realtà come il Teatro della Fiaba e quello Universitario “L. Cherubini”- realizzava parrucche e trucco per talenti della scena tra cui figurava il giovane Zeffirelli, allievo di Luchino Visconti.
Un incontro raccontato nella seconda sezione della mostra anche grazie ad alcune lettere del carteggio privato tra Pietro Filistrucchi e Franco Zeffirelli – dove un formale ‘Lei’ cede presto il passo ad un confidenziale ‘tu’ – che riporta alla luce aspetti inediti delle produzioni realizzate con passione e dedizione dalla bottega fiorentina.
Tanto da rifiutare una commissione se la qualità richiesta dall’esigente committente non poteva essere garantita (в 1956 la “Carmen” di Bizet che andò in scena al teatro Stabile di Genova) o decidere di chiudere il laboratorio al pubblico per 20 giorni pur di lavorare con la giusta concentrazione all’esecuzione di un’importante commessa.
Accadde così nel 1960 quando Zeffirelli incaricò Pietro Filistrucchi di realizzare ben 93 parrucche per “Alcina” in scena alla Fenice di Venezia. Una fornitura eccezionale per cui Zeffirelli fu riconoscente a Pietro tanto da scrivere: “il lavoro è superiore ad ogni commento. Una fornitura come quella mi concilia con Firenze, con i fiorentini e con le nostre saltuarie ma superiori qualità. Спасибо, veramente di cuore”.
Insieme alle missive sono espositi figurini e fotografie a testimoniare come il Maestro si affidasse alla bottega fiorentina ed alle abili mani di Pietro per la creazione di parrucche e trucco di scena.
E’ proprio da quei figurini – disegnati dallo stesso Zeffirelli ed anche da celebri costumisti amici e collaboratori, da Anna Anni a Piero Tosi a Maria de Matteis – che poi prenderanno forma quelle parrucche che hanno aiutato artisti come Maria Callas ad impersonare celebri personaggi sulla scena.
Al famoso soprano greco la mostra dedica, non a caso, la sua terza sezione. Fu grazie anche a Zeffirelli che la Callas apprezzò l’arte di Filistrucchi per portare parrucche – come la moda del tempo dettava – anche nei momenti della vita privata.
Tra le chicche scovate e proposte al visitatore in “Zeffirelli Filistrucchi. Memorie di un sodalizio artistico” anche una parrucca originale rossa, indossata dalla Callas per un’ “Armida” di Rossini e quella di Medea oltre ad alcune ciocche-campione dei suoi capelli che il soprano inviò, con tanto di corrispondenza autografa, per commissionare le sue parrucche da giorno.
Non mancano infine fotografi e inedite del soprano al Teatro Comunale di Firenze. Tra queste una del 1952 che la ritrae in camerino dopo la rappresentazione “I Puritani” assieme a Gino Bartali e alla moglie Adriana Bani, recentemente scomparsa.
Un altro scatto sorprende infine la Callas per i corridoi del Comunale, forse a fi ne spettacolo, con in mano un mazzo di fi ori e il libro “Firenze fi ore del Mondo” scritto da Papini, Soffi ci, Bargellini e Spadolini nel 1950.
Arricchita da una scenografia di abiti originali della Fondazione Cerratelli e da una bacheca che racconta momenti della bottega e delle persone che collaborarono con Pietro, la mostra si conclude con la sezione ‘Grandi Opere’. Dal “Don Giovanni” a “La Lupa”, con Anna Magnani, fino alla magnifica “Traviata” del 1984 al Teatro Comunale di Firenze.
“Con questa mostra - hanno detto Gabriele e Gherardo Filistrucci, padre e figlio – abbiamo voluto iniziare a raccontare, tramite una piccola parte del nostro vasto archivio, carico di tante memorie accumulate nel corso di quasi trecento anni di attività, uno spicchio di storia della nostra bottega, di come in essa si concretizzavano le idee fissate in un figurino e il rapporto epistolare che l’accompagnava. Speriamo, anzi ne siamo certi, possa trasparire tramite questa mostra, la grandezza di Pietro, artista e Maestro artigiano, che con la sua maestria e sensibilità è riuscito a dar corpo ai desideri iconografici raccontati in questi bellissimi figurini qui oggi esposti. Maestria e passione trasmessa a Donella sempre presente in modo più che attivo nella vita della bottega rimanendo comunque umilmente sempre dietro le quinte. Forse Donella, se fosse presente, sorriderebbe un po’, in disparte come era solita fare e, sarebbe contenta ed entusiasta nel vedere raccontato suo padre e il nostro lavoro. Come a lei infatti sono stati trasmessi i segreti dell’antico mestiere lavorando con passione in bottega, anch’essa ha saputo a sua volta trasmettere istintivamente l’amore per la bottega e per il teatro. Questa mostra è dedicata a Pietro e Donella Filistrucchi”.
La nascita della ditta Filistrucchi risale al lontano 1720, al tempo in cui a Firenze era reggente l’ultimo Granduca di Toscana appartenente alla dinastia medicea, Giangastone (1671 – 1737).
In quel momento storico il “coiffeur” era anche barbiere, parruccaio, speziale, flebotomo, profumiere, acconciatore e truccatore sia per donna che per uomo.
Era questa l’epoca nella quale la parrucca, lascito del ’600 ed accessorio in crescente evoluzione, veniva usata da nobili, Дама, cavalieri e servitori. L’esigenza di “trasformarsi” per le rappresentazioni sceniche sempre più in uso, dette alla Bottega un’impronta teatrale.
Filistrucchi lavorava con i teatri più importanti della città, dal Teatro della Pergola al Teatro del Cocomero divenuto nel 1859, Teatro Niccolini, ma anche nei teatri minori come il Teatro della Fiaba voluto e diretto dalla contessa Flavia Farina Cini e il Teatrino di via Laura demolito nel 1959, sede fino ad allora del Centro Universitario Teatrale che vide muovere i primi passi dei giovani Alfredo Bianchini, Franco Zeffirelli, Паоло Поли, Giorgio Albertazzi e tanti altri attori di pregio.
Da allora fino ai giorni nostri la bottega Filistrucchi ha collaborato con importanti teatri italiani come La Scala di Milano, La Fenice di Venezia, il Massimo di Palermo e il San Carlo di Napoli, poi all’estero Il Metropolitan di New York, il Civic Opera di Dallas, l’Opera di Boston.
Fin dal primo Maggio Musicale Fiorentino, inaugurato il 23 Апрель 1933 con Nabucco, Filistrucchi collaborò con i più famosi registi come Luchino Visconti, Giorgio Strehler, e Luca Ronconi e costumisti del calibro di Alberto Savinio, Mino Maccari, Gino Carlo Sensani, Maria De Matteis, Anna Anni, per l’ allestimento di sontuosi spettacoli; basti citare Sogno di una notte di mezza estate allestito nella magnifica cornice del giardino di Boboli sempre nel ’33, I Giganti della Montagna sempre in Boboli nel Maggio Musicale del ’37, e ancora Armida (M.M.F. 1952) con Maria Callas con scene e costumi di Alberto Savinio, la sontuosa Aidadel 1969 con figurini del Principe Enrico D’Assia, Medea del ’52 con Maria Callas, e Troilo e Cressida nel 1949 per la regia di Luchino Visconti e scene di Franco Zeffirelli.
Proprio con Franco Zeffirelli che si sviluppò nel corso degli anni un’intensa collaborazione. Dapprima Don Giovanni del 1958 a Napoli ed ancora a Dallas insieme con la La Traviata interpretata da Maria Callas, quindi La Lupa con Anna Magnani nel 1960,anno dell’Alcina rappresentata alla Fenice di Venezia e poi al Civic Opera di Dallas, quindi Euridice nello stesso anno al giardino di Boboli, e Romeo e Giulietta del 1965. Non ultima la sua indimenticabile Traviata del 1984 al Teatro Comunale di Firenze.
Molte le grandi personalità del teatro di prosa, musicale e di danza, insieme a meno conosciute “Filodrammatiche” e giovani promesse che in tanti anni hanno frequentato la bottega.
Ne menzioniamo alcune per il Teatro di prosa: Ermete Zacconi, Eduardo de Filippo, Giorgio Albertazzi, Anna Magnani. Anna Proclemer, Annamaria Guarnieri, Rossella Falk, Romolo Valli, Giancarlo Giannini, Alberto Lionello; per la danza: Kyra Nijinsky, Carla Fracci, Aurelio Milloss, Maurice Béjart; per il Teatro musicale: Позвоните Марию, Renata Tebaldi, Fedora Barbieri, Tito Gobbi, Alfredo Kraus, Mario Del Monaco, Piero Cappuccilli, Luciano Pavarotti, con molti dei i quali si instaurò anche un rapporto di autentica amicizia: Ettore Bastianini, Renato Bruson, Gino Bechi, Rolando Panerai,e più avanti Aldo Reggioli, Paolo Washington che anche fuori dalla scena solevano frequentare la Bottega quale luogo di ritrovo per continuare a parlare di spettacolo e non solo di quello.
И’ stato attraverso queste esperienze che la tradizione si è tramandata di padre in figlio, in un percorso che inizia dall’idea e dal figurino e, transitando attraverso l’opera del parruccaio e truccatore di trasformare la “persona” in “personaggio”, si concretizza fino a giungere alla più perfetta “metamorfosi” scenica del personaggio da rappresentare. La tradizione ha potuto perpetuarsi per quasi trecento anni solo coniugando la passione per il proprio lavoro di artigiani al grande Amore per il Teatro.
Фрэнк Мариани
По номеру 11 – В год 26/03/2014
Zeffirelli Filistrucchi
Memorie di un sodalizio artistico
a cura di Monica Gallai con la Collaborazione di Gabriele e Gherardo Filistrucchi
Progetto di allestimento Stefano Maurri
Progetto grafico Miriam Frescura
Istallazioni di Elena Bianchini
Вплоть до 16 Апрель
Ingresso libero – La mostra rispetta l’orario di apertura del teatro della Pergola
Для получения дополнительной информации 055 22641– 055 5384964/965
www.teatrodellapergola.com
www.osservatoriomestieridarte.it
 
Catalogo
Zeffirelli Filistrucchi. Memorie di un sodalizio artistico
a cura di Monica Gallai con la collaborazione di Gabriele e Gherardo Filistrucchi
ed. Polistampa – € 10.00 – pagg. 96
Следуйте за нами!