Cacciari e il Protagora di Platone al Teatro della Pergola
Al Teatro della Pergola in scena giovedì sera alle ore 18 la grande filosofia classica: Massimo Cacciari ragiona sul Protagora di Platone, definito come “il dialogo delle contraddizioni”, per la presenza di affermazioni paradossali che ne costituiscono la magistrale struttura portante.
Sarà presente Gabriele Lavia.
Dopo le serate dedicata alla poesia alla fine dello scorso mese di aprile, la Fondazione Teatro della Pergola accende una luce anche sulla filosofia con un’anteprima del programma delle “Notti della Filosofia” che si realizzerà nei primi mesi del 2015.
L’idea è di porre a confronto filosofi contemporanei e dialoghi platonici per indagarne l’attualità e collocarli in una situazione del tutto teatrale.
Apre la programmazione Il Protagora, incentrato sulla virtù e il metodo dei sofisti: protagonista il filosofo veneziano Massimo Cacciari, che illustrerà il dialogo alla presenza di Gabriele Lavia.
Il Protagora è uno testi più teatrali e drammatici di Platone, nonostante l’ironia socratica l’attraversi per intero.
Cacciari spiega: “Platone compie una sorta di visita spettrale perché questo dialogo è scritto dal punto di vista di chi già ha vissuto la crisi della potenza ateniese con l’assassinio di Socrate. E a margine si avvertono i segni della fine della polis.”
La forma è quella del dialogo riportato: Socrate, incontrato un amico anonimo, sfugge alle domande sulla sua relazione con Alcibiade e propone al suo interlocutore il resoconto di un dialogo avuto poco prima con Protagora alla presenza di altri importanti sofisti, oltre a Callia e allo stesso Alcibiade.
Protagora si considera un maestro di virtù politica: ma è “insegnabile” la virtù?
Socrate lo nega e mette alla prova Protagora, che in un lungo e appassionato discorso sostiene, al contrario, che qualcuno, più eccellente degli altri nell’educare alla virtù, sia in grado di rendere migliori i giovani e possa, per questo, pretendere anche un compenso.
Utilizzando in modo sapiente e implacabile dialettica e ironia, Socrate costringe l’interlocutore ad un confronto serrato, nel quale emerge che la virtù è scienza e conoscenza del bene e del male e che il vizio è ignoranza.
Cacciari conclude: “Il punto di vista chiaro in questo dialogo è la polemica contro la retorica. Platone vuol indurre l’ascoltatore a ritenere anche i sofisti, e nella fattispecie il vecchio Protagora, causa dell’indebolimento della grande Atene. Secondo il filosofo antico essi seguono una logica elencativa tipica degli oratori, dei poeti, come nella narrazione del mito sulla creazione dell’uomo che Protagora racconta a Socrate, invece che il logos, il ragionamento, la connessione logica delle idee, l’armonia dei concetti”.
Mattia Lattanzi
Dal numero 38 – Anno I del 05/11/2014
Seguici!